Per gli ultimi scampoli delle feste, ecco che chiudo in bellezza con due film politicamente scorretti, come da buona tradizione di casa Lynch a questa parte, il primo è Parenti Serpenti del grande Mario Monicelli, il secondo arriva tra poco, e non vi anticipo nulla, sarà una sorpresa…
Vivere...senza malinconia…
Ridere...senza più gelosia...senza rimpianti senza mai più conoscere cos'è l'amore
cogliere il più bel fiore goder la vita e far tacere il cuore…
Vivere...finchè c'è gioventù...perché la vita è bella e la voglio vivere senza tu!!
Dedicato a mia zia Antonia, e a mia zia Silvana.
Si sai, a Natale siamo sempre più buoni, si passa in famiglia, si mangia tutti insieme, ci si scambiano i regali, si ride, si cucina, si fanno fotografie, si gioca a tombola...insomma tutto quello che tradizionalmente si fa in famiglia…
Tutto bene, finchè i due nonni protagonisti, al pranzo di natale fanno una proposta: vivere con i figli gli ultimi anni che gli restano.
Le scene di facciata, i sorrisi ipocriti e tutto il buonismo uscito dall'inizio, esploderanno in una guerra tra i figli e i generi senza esclusione di colpi.
NESSUNO, dico nessuno vuole occuparsi di quei due vecchietti, e se ne dicono di tutti i colori, si sputano gelosie, veleno, ripicchie e chi più ne ha e più ne metta.
Un film che è ormai un classico della commedia nera all'italiana, diretto dal maestro Mario Monicelli e narrato dal piccolo nipotino, che durante il tema scolastico per le vacanze di natale, racconta proprio le feste che ha passato a casa dei nonni.
Si, in famiglia si dovrebbe essere tutti uniti, aiutarsi gli uni con gli altri, invece il più delle volte si dimenticano i legami di sangue, e ci si rinfaccia tutto quello che si fa, come la figlia perennemente esaurita per colpa di figlio e marito, o anche la sorella, che non riesce ad avere figli, il figlio gay, e l'altro figlio succube della moglie che lo cornifica.
E' un ritratto familiare realistico, spietato, al vetriolo, che non lascia spazio ai buoni sentimenti, e svela ciò che si nasconde dietro le ipocrisie e le cattiverie che non dovrebbero esistere, specialmente in individui con lo stesso sangue, ma nella realtà delle cose, ognuno pensa solo ai cavoli suoi, e non gliene frega un cazzo se altre persone hanno bisogno, e Monicelli ce lo spiattella in faccia, perché il suo è un film politicamente scorretto, non la classica commediola natalizia tutti buoni sentimenti, rivela tutto il marcio che esiste nelle famiglie e ce lo narra, con tutta la maestria di cui è capace, e rivela anche i difetti di ognuno di questi "familiari", rivelando la loro piccola vita, in confronto ai genitori.
Film incredibilmente reale, con un finale crudelissimo e bastardo di quelli che non dimentichi più e ti fanno capire quanto bastardi siano certi parenti - parlo ovviamente del film non delle persone a cui è dedicata questa recensione - questa è la famiglia secondo Mario Monicelli, un gruppo di persone legate insieme da un filo sottilissimo e precario di ipocrisia e cattiveria, che troverà la goccia che fa traboccare il vaso, non appena deve prendersi le sue responsabilità di fronte ai genitori.
IMPERDIBILE.
Vivere...senza malinconia…
Ridere...senza più gelosia...senza rimpianti senza mai più conoscere cos'è l'amore
cogliere il più bel fiore goder la vita e far tacere il cuore…
Vivere...finchè c'è gioventù...perché la vita è bella e la voglio vivere senza tu!!
Dedicato a mia zia Antonia, e a mia zia Silvana.
Si sai, a Natale siamo sempre più buoni, si passa in famiglia, si mangia tutti insieme, ci si scambiano i regali, si ride, si cucina, si fanno fotografie, si gioca a tombola...insomma tutto quello che tradizionalmente si fa in famiglia…
Tutto bene, finchè i due nonni protagonisti, al pranzo di natale fanno una proposta: vivere con i figli gli ultimi anni che gli restano.
Le scene di facciata, i sorrisi ipocriti e tutto il buonismo uscito dall'inizio, esploderanno in una guerra tra i figli e i generi senza esclusione di colpi.
NESSUNO, dico nessuno vuole occuparsi di quei due vecchietti, e se ne dicono di tutti i colori, si sputano gelosie, veleno, ripicchie e chi più ne ha e più ne metta.
Un film che è ormai un classico della commedia nera all'italiana, diretto dal maestro Mario Monicelli e narrato dal piccolo nipotino, che durante il tema scolastico per le vacanze di natale, racconta proprio le feste che ha passato a casa dei nonni.
Si, in famiglia si dovrebbe essere tutti uniti, aiutarsi gli uni con gli altri, invece il più delle volte si dimenticano i legami di sangue, e ci si rinfaccia tutto quello che si fa, come la figlia perennemente esaurita per colpa di figlio e marito, o anche la sorella, che non riesce ad avere figli, il figlio gay, e l'altro figlio succube della moglie che lo cornifica.
E' un ritratto familiare realistico, spietato, al vetriolo, che non lascia spazio ai buoni sentimenti, e svela ciò che si nasconde dietro le ipocrisie e le cattiverie che non dovrebbero esistere, specialmente in individui con lo stesso sangue, ma nella realtà delle cose, ognuno pensa solo ai cavoli suoi, e non gliene frega un cazzo se altre persone hanno bisogno, e Monicelli ce lo spiattella in faccia, perché il suo è un film politicamente scorretto, non la classica commediola natalizia tutti buoni sentimenti, rivela tutto il marcio che esiste nelle famiglie e ce lo narra, con tutta la maestria di cui è capace, e rivela anche i difetti di ognuno di questi "familiari", rivelando la loro piccola vita, in confronto ai genitori.
Film incredibilmente reale, con un finale crudelissimo e bastardo di quelli che non dimentichi più e ti fanno capire quanto bastardi siano certi parenti - parlo ovviamente del film non delle persone a cui è dedicata questa recensione - questa è la famiglia secondo Mario Monicelli, un gruppo di persone legate insieme da un filo sottilissimo e precario di ipocrisia e cattiveria, che troverà la goccia che fa traboccare il vaso, non appena deve prendersi le sue responsabilità di fronte ai genitori.
IMPERDIBILE.
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