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Horror Stories - Summer Edition - Hereditary - Le Radici del Male

C'è un vecchio detto che dice: che se la rana la metti nell'acqua fredda e poi piano piano la riscaldi non salta via, come quella rana che viene messa direttamente nell'acqua bollente, ci resta finchè non bollisce con l'acqua.
Questa è la metafora del film che sto per recensire stasera; non è certamente il classico horror che ti fa fare i salti nella sedia, e che ti tiene sulla corda per poi rilasciarla al momento giusto.
Il destino della famiglia protagonista del film è segnato fin dall'inizio, ma loro non lo sanno.



Le cose cominciano a peggiorare quando muore la nonna materna Allie Graham, per la quale sua figlia Annie pronuncia l'elogio funebre.
Da allora, come una sinfonia, forze oscure si impadroniranno della casa e della vita dei Graham, a cominciare dalla piccola figlia femmina, che comincia ad avere strani comportamenti, le cose peggiorano ulteriormente quando la piccola durante una festa non riesce più a respirare, e ha come la gola chiusa, il fratello la mette nell'auto per portarla al più vicino ospedale, ma un incidente mette la parola fine alla vita della piccola.
Da qui c'è tutta un escalation di eventi che inghiottiranno letteralmente la famiglia all'inferno, persino quando Annie incontra la strana amica della madre, ci sono cose che non quadrano, perché la invita a quella strana seduta spiritica?
E' come se il male stesse spianando la strada per qualcosa di oscuro, che è sempre stato presente nella vita della famiglia.
Il tutto è narrato completamente, e vi assicuro che questa corda tirata all'inverosibile all'inizio mi ha fatta incavolare e non poco, anche perché Ari Aster, regista della pellicola, non svela niente allo spettatore, fino al sorprendente finale che vi lascerà a bocca aperta e con la pelle d'oca.
Provare per credere amici.
Ora scrivo il mio parere, è assolutamente un grande film narrativo, dilatato, quasi d'autore, e considerato che è un opera prima non c'è che da restarne sorpresi.
Primo perché è molto difficile che all'opera prima un regista riesca a fare un quasi capolavoro, soprattutto se è un horror, poi, Ari Aster, dimostra che alla sua età 31 anni, sa benissimo cosa vuole raccontare e soprattutto COME vuole farlo.
Chi scommette sul suo futuro vince facile, ma vi avverto, non è un film per tutti, dilatato, narrativo a più non posso, fa vivere lo spettatore nell'angoscia, di una possibile soluzione ma questa non arriva fino al finale che non vi anticipo, ma che vi assicuro non lo dimenticherete tanto facilmente.
Il male si insinua nella vita, e non c'è via di fuga, nessuna scappatoia per poter cambiare le cose, si soccombe, perché nessuno può fare niente su ciò che altri hanno costruito per noi, ecco da dove viene l'esempio della rana citato prima della mia recensione.
Senza dubbio è uno dei migliori horror dell'anno.





Commenti

  1. La pubblicità lo ha caricato di eccessive aspettative, inoltre ad un certo punto diventa fin troppo didascalico ma chissene, a me è piaciuto molto, vediamo se da qui a dicembre arriva qualche horror più grosso, altrimenti potremmo avere un vincitore ;-) Cheers

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    Risposte
    1. è un horror narrativo, che carica di tensione fino all'ultimo, ed è proprio questo il bello xD

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