La Fortuna della Vita

 

Mi stupisce l'evoluzione del cinema di Alex De La Iglesia, è passato dalle commedie grottesche ed esagerate, ricchissime di humor nero che ti fanno sbellicare, a thriller tratti da romanzi, persino a film malinconici; un autore ecclettico e attento alla trama delle sue storie, che non perde mai la sua identità.

La trama racconta la storia di Roberto, un pubblicista disoccupato, che a causa di un incidente si trova con una sbarra di ferro in testa.

De La Iglesia si concentra sul dramma dell'uomo, che vuole risolvere la situazione della famiglia coinvolgendo i media, ma soprattutto questi media, che vogliono storie sensazionali non tenendo presente l'umanità delle persone.

Per riuscirci sono capaci di fare qualsiasi cosa, Alex De La Iglesia critica l'avidità dei media televisivi, qui ritratti come dei vampiri (metaforicamente parlando ovviamente) a caccia di storie per poter guadagnare.

La moglie di Roberto, Luisa non ci sta, e alla fine quando capisce che suo marito potrebbe non uscire vivo da quella situazione, decide di non dare in pasto ai media la sua storia.

Non è giusto e fa bene.

Un film decisamente diverso, che mostra maturità e critica verso la tv, che cerca sempre lo scoop per poter parlare al pubblico affamato secondo loro di storie.

Alex De La Iglesia fa una operazione ben diversa dalla solita critica, si concentra su quell'avvenimento per fare entrare in empatia con i protagonisti il pubblico, cosa assai difficile e più dolorosa rispetto ai media, che vengono trattati alla stregua di poveracci, senza sentimenti e immedesimazione nel dolore altrui.

Un film coraggioso e soprattutto doloroso, che mostra - semmai ce ne fosse stato bisogno - che le scelte della vita a volte, devono allontanarsi dal benessere a tutti i costi.

Mi è piaciuto moltissimo.

Grandissimo Alex De La Iglesia, tra i film che ho visto, questo senza dubbio è il mio preferito, in conclusione, state ancora fermi a leggere la mia recensione? Vedetelo!