Continua la rassegna dei film che ho promesso di recensire per tutto l'arco del 2022, stasera abbiamo un capolavoro assoluto del grande Marco Ferreri uscito nel 1969, un film particolare, di non facile fruizione, ma sicuramente uno dei suoi migliori film.
Secondo anno consecutivo per Marco Ferreri alla rassegna dei film promessi per la fabbrica dei sogni, che ogni anno è presente ormai da tre anni nelle pagine di questo blog; per Ferreri si tratta della sua seconda partecipazione, tra i film che ho selezionato ho scelto Dillinger è morto.
All'inizio pensavo, sarà un film di gangster? Mah, vediamo un po', così quando l'ho visto mi sono accorta che si trattava di un film incentrato sulla noia di un uomo.
Ve lo ripeto, non è un film facile e il suo stile minimalista potrebbe annoiarvi a morte, però ve lo dico subito, lasciate perdere il coinvolgimento, filmare la noia non è affatto facile, e il protagonista è un uomo qualunque, i dialoghi sono ridotti all'osso, per gran parte del film si vede il protagonista che si cucina un pasto mentre la moglie dorme, ma si accorge che vuole sistemare la pistola per passare tempo, ben presto quella pistola sarà l'oggetto in cui compirà un atto scellerato senza alcun motivo.
Filmare la noia è impossibile.
No, se dietro la mdp c'è un regista con le palle come Marco Ferreri, la narrazione di questo film è minimalista, non concede nulla allo spettatore, nè vuole fargli l'occhiolino, mostra la vita di un uomo mediocre, intento a cucinare, a giocare con la pistola, a commettere questo atto scellerato di cui parlavo pocanzi.
Vi sembrerà strano, ma mostrare la noia è una cosa assai complessa, perché già parti dal presupposto che si deve narrare in maniera criptica, e mostrare la noia non è da tutti.
Film assai criptico e complesso, ma vi assicuro che non ne uscirete indenni, di questo ne potete stare certi.
Grandissimo Michel Piccoli protagonista quasi assoluto di questo film.
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