Charles e Sebastien sono due amici che frequentano l'università, ma Sebastien è alcoolizzato e in più è omosessuale segretamente innamorato di Charles il quale è del tutto inconsapevole delle reali inclinazioni dell'amico, e si innamora di sua sorella Julia, ma a causa della fervente religione della madre verso la quale i figli sono sottomessi a una rigida disciplina, non possono sposarsi perchè lui è ateo, e la ragazza deve sposare un cattolico, così è deciso dalla madre e così si farà, Sebastien, quando scopre l'amico parlare con la sorella e baciarsi entra in una crisi profonda, e dopo il viaggio a venezia ritorna a casa, le cose si complicano ulteriormente quando la ragazza sposa un altro uomo.
Un ottimo film, tratto dal romanzo di Evelyn Waugh, scritto nel 1945 da cui agli inizi degli anni ottanta è stato tratto anche un serial televisivo e che mette in luce, i limiti, e le contraddizioni, di una ceca fiducia verso una religione che non lascia spazio alle persone di vivere una vita vera, ma anche di sbagliare, di confrontarsi, di amare, esiste solo una religione, e solo a quella dobbiamo dare ascolto, la madre dei ragazzi Julia e Sebastien, è una donna fredda, che tratta i figli come marionette, non gli fa avere una vita propria, tutto deve essere giostrato e diretto da lei è interpretata da una straordinaria Emma Thompson mai così intensa e sconvolgente, riesce ad interpretare il suo ruolo di donna legata alle tradizioni e al suo mondo con un controllo da rasentare la perfezione, e a lei va il grande merito di aver costruito questo personaggio di donna non crudele, ma strana, incomprensibile, e la sua è la migliore interpretazione tra gli attori del film, le corre dietro Ben Winshaw, il quale da al suo Sebastian una sensibilità e una sofferenza che colpiscono, il personaggio più solare è senza dubbio la Julia di Hayley Hatwel, che non sfigura affatto in mezzo a questi due istrioni, Mattew Good le corre dietro dando spessore a un personaggio che è la voce narrante della storia, quella che dal di fuori entra nelle loro vite e le osserva all'inizio intimorito, ma poi con uno sguardo razzionale rispetto agli altri.
Da collezionare.
Un ottimo film, tratto dal romanzo di Evelyn Waugh, scritto nel 1945 da cui agli inizi degli anni ottanta è stato tratto anche un serial televisivo e che mette in luce, i limiti, e le contraddizioni, di una ceca fiducia verso una religione che non lascia spazio alle persone di vivere una vita vera, ma anche di sbagliare, di confrontarsi, di amare, esiste solo una religione, e solo a quella dobbiamo dare ascolto, la madre dei ragazzi Julia e Sebastien, è una donna fredda, che tratta i figli come marionette, non gli fa avere una vita propria, tutto deve essere giostrato e diretto da lei è interpretata da una straordinaria Emma Thompson mai così intensa e sconvolgente, riesce ad interpretare il suo ruolo di donna legata alle tradizioni e al suo mondo con un controllo da rasentare la perfezione, e a lei va il grande merito di aver costruito questo personaggio di donna non crudele, ma strana, incomprensibile, e la sua è la migliore interpretazione tra gli attori del film, le corre dietro Ben Winshaw, il quale da al suo Sebastian una sensibilità e una sofferenza che colpiscono, il personaggio più solare è senza dubbio la Julia di Hayley Hatwel, che non sfigura affatto in mezzo a questi due istrioni, Mattew Good le corre dietro dando spessore a un personaggio che è la voce narrante della storia, quella che dal di fuori entra nelle loro vite e le osserva all'inizio intimorito, ma poi con uno sguardo razzionale rispetto agli altri.
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