Spike Lee dirige il suo film più polemico, ma anche la sua prima biografia dedicata a Malcolm X, leader nero musulmano attivista dei diritti civili degli afroamericani, l'incipt è un lungo monologo di Malcolm con le immagini del ragazzo nero picchiato coi manganelli da dei poliziotti bianchi, per sottolineare che il razzismo nonostante siano passati secoli, anni, sia sempre presente, a differenza di Martin Luther King, che predicava la non violenza e l'uguaglianza pacifica tra bianchi e neri lui battagliava perchè i neri avessero gli stessi diritti dei bianchi e urlava contro di loro, soprattutto contro coloro che li hanno sempre trattati male.
Malcolm X è un grande, grandissimo film, che nonostante ci sia stato a lungo un duello tra chi doveva dirigerlo, tra Jewison e Lee, ma alla fine la spuntò Lee, e la casa cinematografica che offriva soltanto 20 milioni di dollari, il film fu sovvenzionato da numerose star afroamericane del cinema e della musica.
Magistrali le interpretazioni di Denzel Washington e Angela Bassett, come del cast di attori che lo interpreta, ma è nella regia di Spike Lee che troviamo il meglio per il film, Lee da il meglio di se e si nota, a ogni inquadratura, ma quello che più mi ha sorpreso è la vita di questo attivista, un nero che si caccia sempre nei guai e che fa di tutto per imitare i bianchi, tanto da allisciarsi persino i capelli per essere qualcuno, poi arriva una specie di boss che gli offre un lavoretto, ma è soprattutto in galera che la sua vita cambia, totalmente, conosce un nero che gli illustra di come la società e la vita ha sempre visto la gente di colore, e grazie a lui si converte all'islam, religione a cui si sono convertiti parecchi afroamericani, perchè credevano che fossero più rispettati se fossero stati musulmani, ma non tutto è come viene presentato, ben presto grazie a un viaggio a La Mecca Malcolm fa conoscenza di parecchie persone di tutte le razze che vivono nel rispetto reciproco, questo fatto modifica la percezione della vita e dell'uomo di Malcolm, ma c'è anche un altra cosa, che grazie alle sue parole lui rischiava di mettere in ombra il capo supremo di quella religione e si comincia a temere che possa togliergli il posto, per questo cominciano a ricevere telefonate anonime, e minacce di morte che cominciano a disturbare la loro vita, nonostante ciò Malcolm continua con la sua battaglia narrando il suo viaggio a La Mecca e le esperienze che ha fatto, morirà a 39 anni trucidato dagli stessi afroamericani.
La morale del film è che usavano l'islam non per avere parità di diritti, ma una certa supremazia sull'uomo bianco, comportandosi esattamente come si comportava con loro, quando poi le cose piano piano cominciarono a cambiare e Malcolm X divenne una persona tanto importante da far temere di cancellare l'autorità di Elijah Mohamed allora lo si cominciò a temere, quindi era meglio farlo fuori piuttosto che perdere l'autorità sulla gente di colore, questo è uno dei motivi per cui il film è stato accolto da polemiche da parte degli afroamericani, e nonostante ciò è e resta un capolavoro da collezionare assolutamente e da vedere e rivedere.
Malcolm X è un grande, grandissimo film, che nonostante ci sia stato a lungo un duello tra chi doveva dirigerlo, tra Jewison e Lee, ma alla fine la spuntò Lee, e la casa cinematografica che offriva soltanto 20 milioni di dollari, il film fu sovvenzionato da numerose star afroamericane del cinema e della musica.
Magistrali le interpretazioni di Denzel Washington e Angela Bassett, come del cast di attori che lo interpreta, ma è nella regia di Spike Lee che troviamo il meglio per il film, Lee da il meglio di se e si nota, a ogni inquadratura, ma quello che più mi ha sorpreso è la vita di questo attivista, un nero che si caccia sempre nei guai e che fa di tutto per imitare i bianchi, tanto da allisciarsi persino i capelli per essere qualcuno, poi arriva una specie di boss che gli offre un lavoretto, ma è soprattutto in galera che la sua vita cambia, totalmente, conosce un nero che gli illustra di come la società e la vita ha sempre visto la gente di colore, e grazie a lui si converte all'islam, religione a cui si sono convertiti parecchi afroamericani, perchè credevano che fossero più rispettati se fossero stati musulmani, ma non tutto è come viene presentato, ben presto grazie a un viaggio a La Mecca Malcolm fa conoscenza di parecchie persone di tutte le razze che vivono nel rispetto reciproco, questo fatto modifica la percezione della vita e dell'uomo di Malcolm, ma c'è anche un altra cosa, che grazie alle sue parole lui rischiava di mettere in ombra il capo supremo di quella religione e si comincia a temere che possa togliergli il posto, per questo cominciano a ricevere telefonate anonime, e minacce di morte che cominciano a disturbare la loro vita, nonostante ciò Malcolm continua con la sua battaglia narrando il suo viaggio a La Mecca e le esperienze che ha fatto, morirà a 39 anni trucidato dagli stessi afroamericani.
La morale del film è che usavano l'islam non per avere parità di diritti, ma una certa supremazia sull'uomo bianco, comportandosi esattamente come si comportava con loro, quando poi le cose piano piano cominciarono a cambiare e Malcolm X divenne una persona tanto importante da far temere di cancellare l'autorità di Elijah Mohamed allora lo si cominciò a temere, quindi era meglio farlo fuori piuttosto che perdere l'autorità sulla gente di colore, questo è uno dei motivi per cui il film è stato accolto da polemiche da parte degli afroamericani, e nonostante ciò è e resta un capolavoro da collezionare assolutamente e da vedere e rivedere.
visto e piaciuto. poi malcom è uno dei miei miti. non facile da fare, qua spike ha "rischiato"
RispondiEliminasi è vero ma è un capolavoro c'è poco da dire...
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