Film tratto da una storia realmente accaduta.
Molti film risultano banali storie, alcuni sono ben costruiti e cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica, altri ancora invece sono dei piccoli capolavori, come il caso di Silkwood.
Dietro questo film c'è la mano di un veterano del cinema, Mike Nichols, che chi lo conosce bene ha saputo provocare gli spettatori di tutto il mondo con il suo cinema pungente e trasgressivo.
Silkwood invece racconta di una donna, Karen Silkwood, che dopo aver scoperto di avere il cancro comincia ad indagare sulla fabbrica in cui lavora.
Ci sono parecchi scheletri nell'armadio che vengono tenuti nascosti dai proprietari, ma Karen, scrupolosa non si arrende davanti a nulla, nemmeno a persone senza un briciolo di scrupolo, e ben presto comincia a dare fastidio questa sua indagine sulla fabbrica in cui lavora.
Come mai ha preso il tumore? Semplice, perchè lavorando con materiale nucleare si corrono dei rischi e le persone non vengono avvertite che possono contrarre questa terribile malattia.
Il tutto viene taciuto, insabbiato in nome del dio denaro, e da gente interessata solo ad arricchirsi sulle spalle di ignari lavoratori, non appena Karen scopre gli imbrogli li vuole portare alla luce, ma qualcuno la zittirà prima che possa cominciare a parlare.
Un film di denuncia, chiaro, incisivo che non lascia spazio a facili interpretazioni, Mike Nichols sceglie una narrazione schietta, decisamente a favore dei lavoratori, completamente succubi di padroni interessati più al conto in banca che alla loro salute.
Il cast di attori annovera nomi come Meryl Streep, in una delle sue migliori interpretazioni, Cher nel ruolo della sua migliore amica che la appoggia nella sua scelta, e Kurt Russell in un ruolo diverso dai personaggi in cui il pubblico lo conosce, regalando una interpretazione spiccata e sincera.
La cosa che più colpisce di questo film è il suo voler non essere confortante con il pubblico, come voler spiattellare una terribile verità e viene narrato in maniera talmente sincera che fa centro a primo colpo.
Una scelta realistica sconvolgente che fa pensare sui tanti segreti di certe fabbriche, che con faciloneria fanno i soldi fregandosene di chi lavora per loro, e Mike Nichols mette tutto sotto accusa cercando di fare aprire gli occhi allo spettatore.
E questo vale più di tanti sermoni.
CAPOLAVORO
Molti film risultano banali storie, alcuni sono ben costruiti e cercano di sensibilizzare l'opinione pubblica, altri ancora invece sono dei piccoli capolavori, come il caso di Silkwood.
Dietro questo film c'è la mano di un veterano del cinema, Mike Nichols, che chi lo conosce bene ha saputo provocare gli spettatori di tutto il mondo con il suo cinema pungente e trasgressivo.
Silkwood invece racconta di una donna, Karen Silkwood, che dopo aver scoperto di avere il cancro comincia ad indagare sulla fabbrica in cui lavora.
Ci sono parecchi scheletri nell'armadio che vengono tenuti nascosti dai proprietari, ma Karen, scrupolosa non si arrende davanti a nulla, nemmeno a persone senza un briciolo di scrupolo, e ben presto comincia a dare fastidio questa sua indagine sulla fabbrica in cui lavora.
Come mai ha preso il tumore? Semplice, perchè lavorando con materiale nucleare si corrono dei rischi e le persone non vengono avvertite che possono contrarre questa terribile malattia.
Il tutto viene taciuto, insabbiato in nome del dio denaro, e da gente interessata solo ad arricchirsi sulle spalle di ignari lavoratori, non appena Karen scopre gli imbrogli li vuole portare alla luce, ma qualcuno la zittirà prima che possa cominciare a parlare.
Un film di denuncia, chiaro, incisivo che non lascia spazio a facili interpretazioni, Mike Nichols sceglie una narrazione schietta, decisamente a favore dei lavoratori, completamente succubi di padroni interessati più al conto in banca che alla loro salute.
Il cast di attori annovera nomi come Meryl Streep, in una delle sue migliori interpretazioni, Cher nel ruolo della sua migliore amica che la appoggia nella sua scelta, e Kurt Russell in un ruolo diverso dai personaggi in cui il pubblico lo conosce, regalando una interpretazione spiccata e sincera.
La cosa che più colpisce di questo film è il suo voler non essere confortante con il pubblico, come voler spiattellare una terribile verità e viene narrato in maniera talmente sincera che fa centro a primo colpo.
Una scelta realistica sconvolgente che fa pensare sui tanti segreti di certe fabbriche, che con faciloneria fanno i soldi fregandosene di chi lavora per loro, e Mike Nichols mette tutto sotto accusa cercando di fare aprire gli occhi allo spettatore.
E questo vale più di tanti sermoni.
CAPOLAVORO
Hai ripescato davvero un grande capolavoro. Sul tema del nucleare è secondo forse solo a "Sindrome cinese".
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