Passa ai contenuti principali

Ciclo Horror Stories - Candyman


 Ed eccomi qui, pronta a recensire il nuovo Candyman che a sorpresa non è un remake, semmai il seguito del film di Bernard Rose.
Un film che mette in chiaro diversi aspetti sugli afroamericani tenuti in disparte dal primo film, ma che qui trovano degli spunti interessanti per parlare di razzismo e di ingiustizie subite dagli afroamericani.
E quindi? Come è andata?
All'inizio ero un po' perplessa, perché mi sembrava che questo nuovo Candyman rispetto all'originale ci mancava qualche cosa, non so forse più coinvolgimento nella trama, invece no, poi l'ho scoperto man mano che il film andava avanti mi sono accorta che l'assetto narrativo ha un suo perché.
Innanziutto per vedere questo nuovo Candyman consiglio la visione del film di Bernard Rose perché altrimenti non capisci bene la trama.
Poi, non bisogna spaventarsi della narrazione del film, perché il tutto sta nel carpire i personaggi centrali, che parlano di leggende urbane, e soprattutto di Candyman, se ti metti davanti a uno specchio e dici cinque volte il suo nome lo evochi, e lui ti ucciderà con un uncino.
Si perché è proprio quello che succede, ma si racconta davvero la storia di Candyman un uomo innamoratosi di una donna bianca, e per questo viene ucciso, ma anche per un motivo ben preciso: viene accusato ingiustamente di omicidio.

 
Come è andata allora la visione?
Come ho detto prima all'inizio ero un po' perplessa, poi man mano che la storia andava avanti, mi accorsi che ero risucchiata completamente nella storia, incollata alla poltrona, Candyman stavolta si vede poco, ma miete le sue vittime, come l'angelo della morte, il leggendario quartiere del film originale è stato sostituito da un quartiere per fighetti, ma la leggenda nera di Candyman continua a vivere, e vivrà fino a quando ci saranno persone che lo invocheranno.
Gli omicidi di questo capitolo sono decisamente più splatter, e a differenza dell'originale, a farci la pelle sono persone bianche, non persone nere.
Un film decisamente intrigante, mi è piaciuto, anche perché stavolta a dirigere il tutto è una regista di colore e Jordan Peel, ha scritto la sceneggiatura.
Che dire...una piccola chicca che merita più di una visione, anche perché il finale è di quelli suggestivi capaci di farti riflettere sulla storia e soprattutto sulla intolleranza razziale.
Da vedere assolutamente.




Commenti

  1. Ho preferito il film di Bernard Rose ma anche questo ha il suo perché, il riaggiornamento è molto interessante.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ehi Bollicina tesoro, si condivido, questo è il vero sequel del film di Bernard Rose, che tra l'altro è fatto benissimo, ma questo è scritto e diretto da persone di colore, che raccontano una storia tutt'atro che scontata.

      Elimina

Posta un commento

Moderazione rimessa, NO SPAM