Con questo film dovrebbe concludersi la mia rassegna sul cinema di Orson Welles, un viaggio che prima o poi ogni cinefilo deve compiere, ma ci sono altri film da vedere,quindi forse non finisce qui, ovviamente se li trovo.
Un altro confronto con William Shakespeare, che definire geniale è la parola giusta.
Un opera cupa, inquietante, che è una vera e propria discesa agli inferi in cui il protagonista, si ritrova suo malgrado.
La figura di Iago, qui è decisamente più inquietante rispetto al film del 1995 di Oliver Parker, che di certo sparisce di fronte alla versione immensa diretta e interpretata da Orson Welles. Pur essendo un buon film.
Qui non c'è spazio per niente, Welles decide di fare non un film patinato, ma un film che risucchi lo spettatore con inquadrature magistrali per l'epoca, in un inferno da cui è impossibile uscire.
Il mostro della gelosia di Othello è capace non solo di inquietare, ma anche di far paura.
Non è ovviamente la semplice paura di un film dell'orrore, ma la paura che risucchia il tradimento, la realtà edulcorata di Iago, che si insinua come uno spettro nella vita matrimoniale di Othello e non lascia speranza alcuna, è davvero uno di quei viaggi da brividi.
La regia di Orson Welles, con le sue inquadrature mirate, spesso a sottolineare la personalità infida di Iago, l'oscurità che inghiotte Othello, e la luce che splende sempre su Desdemona, sono soluzioni registiche di un uomo che sa non solo come si dirige un film, ma vuole risucchiare lo spettatore nell'inferno personale di Othello, che si fida della buona fede di Iago, non rendendosi conto che lo fa solo per trasformare in odio e dolore tutto ciò che lo riguarda.
L'attore che interpreta Iago è micidiale, il suo volto fa paura, e secondo me è la scelta giusta per un personaggio ambiguo come lui.
Per me è la migliore se non la più grande versione cinematografica di Othello di Shakespeare, autore di teatro che amo moltissimo.
Un altro capolavoro del geniale Welles, il più grande, regista di tutti i tempi, con Stanley Kubrick.
Un altro confronto con William Shakespeare, che definire geniale è la parola giusta.
Un opera cupa, inquietante, che è una vera e propria discesa agli inferi in cui il protagonista, si ritrova suo malgrado.
La figura di Iago, qui è decisamente più inquietante rispetto al film del 1995 di Oliver Parker, che di certo sparisce di fronte alla versione immensa diretta e interpretata da Orson Welles. Pur essendo un buon film.
Qui non c'è spazio per niente, Welles decide di fare non un film patinato, ma un film che risucchi lo spettatore con inquadrature magistrali per l'epoca, in un inferno da cui è impossibile uscire.
Il mostro della gelosia di Othello è capace non solo di inquietare, ma anche di far paura.
Non è ovviamente la semplice paura di un film dell'orrore, ma la paura che risucchia il tradimento, la realtà edulcorata di Iago, che si insinua come uno spettro nella vita matrimoniale di Othello e non lascia speranza alcuna, è davvero uno di quei viaggi da brividi.
La regia di Orson Welles, con le sue inquadrature mirate, spesso a sottolineare la personalità infida di Iago, l'oscurità che inghiotte Othello, e la luce che splende sempre su Desdemona, sono soluzioni registiche di un uomo che sa non solo come si dirige un film, ma vuole risucchiare lo spettatore nell'inferno personale di Othello, che si fida della buona fede di Iago, non rendendosi conto che lo fa solo per trasformare in odio e dolore tutto ciò che lo riguarda.
L'attore che interpreta Iago è micidiale, il suo volto fa paura, e secondo me è la scelta giusta per un personaggio ambiguo come lui.
Per me è la migliore se non la più grande versione cinematografica di Othello di Shakespeare, autore di teatro che amo moltissimo.
Un altro capolavoro del geniale Welles, il più grande, regista di tutti i tempi, con Stanley Kubrick.
Il refuso "edulcolorato" è una parola bellissima! Altro che petaloso :D
RispondiEliminaaggiusto subito, non c'è problema xD
EliminaSecondo me era bella, poteva quasi stare tra virgolette :)
Eliminae vabè come si dice, non c'è niente di male a correggersi, nessuno è perfetto ;)
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