Un Cult, uno di quei film che davvero sorprende per come sono stati girati, un piccolo oggetto tratto da un fatto realmente accaduto che colpisce per la potenza e la forza delle immagini, diretto da un autore all'esordio e interpretato da un attore interessante come Michael Rooker.
Dimenticate il classico thriller o horror incentrato su un serial killer, questo film è completamente diverso, anzi direi che è l'opposto dei classici film a cui siamo abituati, preparatevi ad assistere alla lucida analisi della psicologia di un assassino, e delle sue manie, dei suoi complici, e non da ultimo del suo mondo.
Non è un film facile, tutt'alpiù non è facile la visione, non c'è la polizia, non ci sono inseguimenti o scene d'azione, lo spettatore si trova faccia a faccia a dover guardare un serial killer e a comprenderlo, a capire, a osservare le sue gesta, i suoi perchè, qui non ci sono misteri da risolvere, ma solo una spietata messa in scena di un omicida, come se il film fosse il documentario della sua vita e della sua follia omicida, nonostante si nota il coraggio del suo autore, che ha tratto il film da un fatto realmente accaduto il serial killer nella realtà si chiamava Henry Lee Lucas qui potete leggere la sua biografia, il film non è altro che la sua confessione così come l'ha rilasciata alla polizia, la pellicola si basa solo su questo, quindi non possiamo sapere con esattezza se questa è la verità o sono bugie, nonostante ciò risulta molto affascinante e sconvolgente dal punto di vista emotivo.
Film girato con basso budget, quindi in maniera indipendente, mostra un McNaughton particolarmente intrigante sul punto di vista narrativo della storia, si incentra più sui personaggi che sulla tecnica cinematografica centrando in pieno il bersaglio che vuole colpire.
CULT.
Dimenticate il classico thriller o horror incentrato su un serial killer, questo film è completamente diverso, anzi direi che è l'opposto dei classici film a cui siamo abituati, preparatevi ad assistere alla lucida analisi della psicologia di un assassino, e delle sue manie, dei suoi complici, e non da ultimo del suo mondo.
Non è un film facile, tutt'alpiù non è facile la visione, non c'è la polizia, non ci sono inseguimenti o scene d'azione, lo spettatore si trova faccia a faccia a dover guardare un serial killer e a comprenderlo, a capire, a osservare le sue gesta, i suoi perchè, qui non ci sono misteri da risolvere, ma solo una spietata messa in scena di un omicida, come se il film fosse il documentario della sua vita e della sua follia omicida, nonostante si nota il coraggio del suo autore, che ha tratto il film da un fatto realmente accaduto il serial killer nella realtà si chiamava Henry Lee Lucas qui potete leggere la sua biografia, il film non è altro che la sua confessione così come l'ha rilasciata alla polizia, la pellicola si basa solo su questo, quindi non possiamo sapere con esattezza se questa è la verità o sono bugie, nonostante ciò risulta molto affascinante e sconvolgente dal punto di vista emotivo.
Film girato con basso budget, quindi in maniera indipendente, mostra un McNaughton particolarmente intrigante sul punto di vista narrativo della storia, si incentra più sui personaggi che sulla tecnica cinematografica centrando in pieno il bersaglio che vuole colpire.
CULT.
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