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Kenneth Branagh Week - Il Flauto Magico

 

Bellissimo,
Potrei terminare qui la recensione, e sarebbe anche comprensibile, ma ho un parere da esprimere, ed è giusto farlo.
Di solito quando scrivo recensioni sono un fiume in piena, e chi bazzica il mio blog, sa, che non scrivo solo una recensione al giorno, ma almeno due o tre, la settimana dedicata a uno dei primi registi che mi sono piaciuti, volge ormai al termine, domani ci sarà l'ultimo film, e poi ne inizierà un altra, stavolta dedicata a un altro regista che amo: Roman Polanski.
Andiamo al film, che già alla proiezione veneziana, ha ricevuto moltissime lodi, lodi che confermo dopo la visione di oggi, il film è ambientato durante la prima guerra mondiale, e ha una storia incentrata sull'amore di una giovane e un soldato e di quel flauto magico capace di far finire tutte le guerre.
Un film sorprendente e magico, e per me che odio la lirica, dire che mi piace è già qualcosa di eccezionale.
La guerra non fa altro che distruggere i sogni, e mettere gli uomini gli uni contro gli altri, l'odio, la prevaricazione, e il sangue fanno da sfondo a un opera lirica tra le più intriganti della storia, a scriverla era quel genio musicale che risponde al nome di Mozart, quindi non stiamo parlando di robetta.
Film stupendo, le scenografie, i costumi, i balletti, i canti, la musica, è tutto perfetto, manca tanto così per farne un capolavoro, ma forse lo è già.
Ecco cosa penso del regista subito dopo la visione, e la sua versione è decisamente superiore a quella di Bergman, anche se penso sia più selvaggia e anarchica rispetto al regista svedese.
Kenneth Branagh, ti amerò per sempre.
Il film riprende l'opera, ma Branagh riesce a personalizzarla in maniera travolgente e unica, tanto da farne un suo film.
Basta che altro dire? Correte a vederlo.






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