Questo è il film che mi ha fatto amare il cinema di Akira Kurosawa, ovvero l'imperatore, un genio della settima arte che merita ampio spazio sia tra le pagine della fabbrica, sia tra le mie visioni, e prossimamente ce ne saranno parecchie di visioni di questo grandissimo regista.
Questo film mi è entrato nel cuore, quando lo vidi la prima volta - in barba al doppiaggio che si dice fa schifo - me ne sono innamorata soprattutto per lo sconvolgente ritratto di una famiglia perduta, e della voglia di ricongiungersi e il ricordo della tragedia della bomba atomica, in cui la nonna protagonista è rimasta vittima in gioventù tanto da rimportarne i segni fisici, le mancano molti capelli.
Il dramma della bomba atomica nel ricordo di chi lo ha vissuto e raccontato alle nuove generazioni, da una nonna che non ha mai dimenticato il trauma e il dolore anche se lo nasconde dietro un sorriso, è così che Akira Kurosawa ci ricorda una tragedia che ha sconvolto il mondo intero durante la seconda guerra mondiale, ed è con sconvolgente sincerità che lo trasferisce sullo schermo, con una storia che colpisce dalla prima all'ultima scena.
Questo film mi è entrato nel cuore, quando lo vidi la prima volta - in barba al doppiaggio che si dice fa schifo - me ne sono innamorata soprattutto per lo sconvolgente ritratto di una famiglia perduta, e della voglia di ricongiungersi e il ricordo della tragedia della bomba atomica, in cui la nonna protagonista è rimasta vittima in gioventù tanto da rimportarne i segni fisici, le mancano molti capelli.
Il dramma della bomba atomica nel ricordo di chi lo ha vissuto e raccontato alle nuove generazioni, da una nonna che non ha mai dimenticato il trauma e il dolore anche se lo nasconde dietro un sorriso, è così che Akira Kurosawa ci ricorda una tragedia che ha sconvolto il mondo intero durante la seconda guerra mondiale, ed è con sconvolgente sincerità che lo trasferisce sullo schermo, con una storia che colpisce dalla prima all'ultima scena.
Rapsodia in Agosto non è un semplice film sulla famiglia, ma è un film sulla memoria tramandata dalle generazioni che hanno vissuto quella tragedia alle nuove generazioni, ma è anche un incrocio tra due culture, quella giapponese, con i suoi rituali e le sue tradizioni e quella americana, che per la prima volta si comprendono e si indignano di quella disumana tragedia che ha devastato il giappone oltre sessant'anni fa.
La nonna protagonista è il personaggio che mi ha colpito maggiormente, una donna rimasta vittima di una bomba, che non riesce a dimenticare tutto quello che ha perduto, e che nella splendida scena finale il suo dolore si concretizza lasciando lo spettatore sospeso tra sogno e realtà, allucinante la sua corsa sotto la pioggia per fermare una bomba invisibile, ok scusate lo spoiler ma non ne ho potuto fare a meno.
Non so se sinceramente questo film è un capolavoro, ma so decisamente che si ci avvicina, anche se dentro di me lo è, perchè è stato capace non di emozionarmi, ma darmi qualcosa di vicinissimo all'emozione, capace di farmi comprendere quanto sia inutile la guerra e soprattutto quanto dolore può arrecare alle persone.
Bravo anche Richard Gere, nel ruolo del parente americano che non conosceva il trascorso della sua famiglia, e si è scusato per la bomba atomica.
In conclusione, avete capito che Rapsodia in Agosto con la sua poetica vicina al dolore e all'unione familiare sia un film da vedere assolutamente e trattare come un oggetto prezioso, perchè parla di un umanità che nonostante tutto vuole ricongiungersi alle proprie radici, anche se il trascorso della guerra è duro da dimenticare.
Voto: 9
Kurosawa è uno dei miei registi preferiti. Questo forse non sarà il suo miglior film, ma è comunque delicato e per nulla retorico.
RispondiEliminaper me è un grande film, mi sono innamorata del suo cinema durante la visione, mi ha toccata profondamente, e non capita con tutti ^_^
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