E anche la fabbrica partecipa a Notte Horror, l'evento organizzato dall'amica Bolla, per ricordare il programma notturno estivo di tutti i cinehorrorofili.
Per il mio turno ho scelto un film di Lucio Fulci che ancora non avevo visto, l'ho visto ieri mattina, e programmato per stasera: Lo squartatore di New York.
Lo stile di Fulci lo conosciamo tutti, soprattutto chi frequenta questi lidi, e con questo film si è spinto in là, le scene splatter sono filmate dall'inizio alla fine, per mostrare allo spettatore la lama che affonda nella carne e il sangue che esce a fiotti, a fatica si sta a guardare queste scene, certe volte bisogna chiudere gli occhi per l'impressione.
Il fatto è che Fulci è un maestro nel sottolineare queste scene, tutt'al più perchè Lo squartatore di New York è il suo thriller più violento, siamo anni luce da Non si sevizia un paperino, anche se ancora qui siamo nei suoi tempi d'oro.
Ma il film non è un capolavoro, questa volta Fulci si concentra più sugli effetti speciali che sulla trama, che è messa in secondo piano, anzi non è curata abbastanza.
La regia è particolarmente curata, anzi fin troppo direi, nella copia che ho a casa ci sono scene possibilmente tagliate recitate in inglese.
Ma lo sguardo di Fulci, si concentra su un altro tipo di attenzione: quella sessuale.
Soprattutto all'inizio troviamo scene di sesso piuttosto spinte, forse per volere dei produttori americani, qui è filmato morbosamente, quasi come se volesse catartizzare il desiderio per avvicinarlo alla morte delle protagoniste, uccise da un serial killer con la voce di paperino.
Dal sesso alla morte il passo è breve, brevissimo si può dire repentino, e non toglie nulla all'immaginazione, anzi, più fa vedere meglio è.
La Trama vede un ispettore di polizia alla ricerca di un serial killer che squarta le donne, e sono tutte giovani e belle, ma una ragazza che è rimasta ferita ed è miracolosamente scampata all'omicida forse ha la chiave per smascherare l'assassino.
Lo squartatore di New York, resta un thriller imperfetto coaudiuvato da una sceneggiatura un po' zoppicante che si sgonfia nel finale, l'assassino si vede a metà film togliendo allo spettatore il colpo di scena finale, film come ho detto prima più curato nei dettagli che nella forma o sostanza, certamente non dei suoi migliori thriller ma comunque da vedere.
Voto: 5 e 1/2
Per il mio turno ho scelto un film di Lucio Fulci che ancora non avevo visto, l'ho visto ieri mattina, e programmato per stasera: Lo squartatore di New York.
Lo stile di Fulci lo conosciamo tutti, soprattutto chi frequenta questi lidi, e con questo film si è spinto in là, le scene splatter sono filmate dall'inizio alla fine, per mostrare allo spettatore la lama che affonda nella carne e il sangue che esce a fiotti, a fatica si sta a guardare queste scene, certe volte bisogna chiudere gli occhi per l'impressione.
Il fatto è che Fulci è un maestro nel sottolineare queste scene, tutt'al più perchè Lo squartatore di New York è il suo thriller più violento, siamo anni luce da Non si sevizia un paperino, anche se ancora qui siamo nei suoi tempi d'oro.
Ma il film non è un capolavoro, questa volta Fulci si concentra più sugli effetti speciali che sulla trama, che è messa in secondo piano, anzi non è curata abbastanza.
La regia è particolarmente curata, anzi fin troppo direi, nella copia che ho a casa ci sono scene possibilmente tagliate recitate in inglese.
Ma lo sguardo di Fulci, si concentra su un altro tipo di attenzione: quella sessuale.
Soprattutto all'inizio troviamo scene di sesso piuttosto spinte, forse per volere dei produttori americani, qui è filmato morbosamente, quasi come se volesse catartizzare il desiderio per avvicinarlo alla morte delle protagoniste, uccise da un serial killer con la voce di paperino.
Dal sesso alla morte il passo è breve, brevissimo si può dire repentino, e non toglie nulla all'immaginazione, anzi, più fa vedere meglio è.
La Trama vede un ispettore di polizia alla ricerca di un serial killer che squarta le donne, e sono tutte giovani e belle, ma una ragazza che è rimasta ferita ed è miracolosamente scampata all'omicida forse ha la chiave per smascherare l'assassino.
Lo squartatore di New York, resta un thriller imperfetto coaudiuvato da una sceneggiatura un po' zoppicante che si sgonfia nel finale, l'assassino si vede a metà film togliendo allo spettatore il colpo di scena finale, film come ho detto prima più curato nei dettagli che nella forma o sostanza, certamente non dei suoi migliori thriller ma comunque da vedere.
Voto: 5 e 1/2
Decisamente un giallo non all'altezza di "Non si sevizia un paperino" e "Una lucertola dalla pelle di donna", ma tutto sommato un buon Fulci, degno del titolo di "Godfather of Gore" che fu dato al nostro in quei primi anni Ottanta....
RispondiEliminasi condivido in pieno :)
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