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The Artist

All'epoca del 3D, sembra sia quasi impensabile fare un film muto, anche dirigerlo, eppure Hazanavicius, regista dal cognome impronunciabile, ha accettato la sfida, risultato? Un grande grandissimo film, prima di tutto ci tenevo a dire che l'opera in se è una riflessione sul nostro passato e su cosa è stato il cinema, poi cosa più importante, una riflessione sulla comunicazione, non è facile fare un muto e gli attori protagonisti ci riescono benissimo a farlo, con semplici espressioni del viso o del corpo, è il loro corpo a parlare e avvolte il corpo esprime più di mille parole le emozioni e i sentimenti, cosa fondamentale ci sono due scene in cui il sonoro incombe minaccioso su George Valentin, interpretato da un bravissimo Jean Dujardin, candidato all'oscar per questo ruolo, nella prima scena quando gli oggetti cadono e si sente il rumore, e verso il finale, ma qui non dico nulla per non rovinarvi la sorpresa, ma andiamo al film, che racconta, di una star del cinema Valentin appunto, che è un vero e proprio divo del cinema, un giorno Peppy Miller, una bellissima e giovane ragazza, si avvicina a lui per una foto, di colpo divengono la  coppia di divi più ricercati dai produttori, ma una minaccia incombe, l'arrivo del sonoro, mette a rischio la carriera di tanti altri attori, mentre Peppy Miller, diviene ancora più famosa, e ancora più ricca, un vero idolo per le platee, George invece rifiuta l'avvento del sonoro andando in rovina, e qui c'è la parte migliore del film, la perdita del successo, il confrontarsi con la povertà, con la grande depressione, con la sconfitta, con l'abbandono delle persone che ti stanno vicino, qui Dujardin da un interpretazione intensa, lui è capace anche di commuovere anche con un semplice sguardo, e l'unico che gli sta accanto è il cagnolino, che sarà la sua ancora di salvezza, per tornare ad avere fiducia nel prossimo, e Peppy? Anche lei innamoratasi di George, cerca in tutti i modi di salvarlo e di farlo tornare agli antichi fasti, sfidando persino i produttori, che ormai non credono più in George.
Hazanavicius, dirige un film fatto di emozioni, di malinconia, di sconfitta e di coraggio, ce ne fossero tanti film come questo al cinema, infatti è un opera ispirata, semplice, che fa conocere allo spettatore odierno, pippato di film fracassoni, il valore del nostro passato, quello fatto di cose semplici come l'amore, e la fiducia in se stessi, non sono molti i film così e lo devo dire, è un piccolo ma grande capolavoro, la sua regia non è mai invasiva, anzi rispetta i canoni dei muti degli anni venti con un innovazione in più, fare vivere chi guarda il film lo spettatore come fosse un personaggio del film stesso, questo film è un opera d'arte.
CAPOLAVORO.


Commenti

  1. gran bel film, un pò paraculo,festivaliero e ahimè pronto a sprofondare nel dimenticatoio insieme al Discorso del Re!

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  2. non sono d'accordo, il discorso del re è polpettone, questo invece non lo è, io l'ho trovato emozionante e coinvolgente, certo che se gli fanno fare la stessa fine è un peccato proprio :(

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  3. Lorant, paragonare questo a Il discorso del re vuol dire prendersi un sacco di bottigliate!
    Questo film è una MERAVIGLIA.

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  4. il film purtroppo non l'ho ancora visto, ma è uno dei miei must wanted di questa stagione anche perché Dujardin è un figo pazzesco e io amo il cinema di una volta

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  5. concordo con Ford, Hob03 non perdertelo proprio durante la visione ci sono dieci cento mille emozioni, finalmente è tornato il cinema di una volta, quello con la C maiuscola, Hazanavicius vuole che la gente riscopra il valore del cinema e the artist ne è la conferma :)

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