Alla fabbrica ci deve essere tutto, così dopo aver completato (finalmente), Pasolini e Kubrick, adesso è il turno di Gaspar Noè, molto apprezzato a casa Lynch.
Aldilà delle scene di violenza gratuita, che se ci pensate bene sono perfettamente connesse con la storia, poi vi spiego anche il perché.
Può non piacere, ma il titolo del film è Irreversible cioè irreversibile, proprio quello che succede quando si subisce uno stupro, ecco vorrei spezzare una lancia a favore del film; no, non sono matta, il motivo è che l'ho rivisto molto bene, la costruzione a ritroso ne è la prova.
Se Noè, avesse costruito il film rispettando la cronologia non avrebbe avuto lo stesso effetto.
Il film comincia con un uomo nudo seduto su un letto che confessa a un ragazzo di aver scopato con sua figlia, poi la scena si sposta davanti a un locale sadomaso gay, il Rectum, dove un uomo è trasportato in una barella, ha appena ucciso Tenia, un uomo che ha brutalmente stuprato la sua compagna con l'ex compagno della donna che ama a colpi di estintore.
E' una scena che fa paura, in questo film si vede di tutto, non ci sono limiti, la costruzione del montaggio sorprende per la capacità di Noè di fluttuare prima in una situazione, poi nell'altra, la caccia schizofrenica di Marcus alla ricerca dell'uomo che ha stuprato e massacrato Alex dimostra la capacità anche del montaggio di un film terrificante e allucinato, a volte si ha la sensazione che Noè segua i suoi protagonisti con la camera in spalla, quasi come a correre insieme a loro.
La tensione è altissima, e poi si arriva alla scena incriminata.
La mdp si ferma e noi assistiamo impotenti a nove minuti NOVE di stupro di una violenza da far accapponare la pelle, lo dico subito, non è facile assistere a una scena del genere, e il fatto che Gaspar Noè fa venire i brividi non nascondendo nulla allo spettatore, ma è perfettamente connesso alla storia, altrimenti non avrebbe avuto senso il film senza far vedere nulla.
Capisco lo scandalo a Cannes oltre vent'anni fa, capisco tutto quanto, perché Gaspar Noè ha voluto narrare di una donna che subisce uno stupro, in una maniera irreversibile, quasi pornografica, e una volta subito un fatto del genere non si può tornare indietro, da qui la costruzione a ritroso, da qui anche gli eventi che hanno portato alla brutale violenza di Alex, ci mostra la sua storia con Marcus, il suo ex con cui ha un buon rapporto, gli amici, le feste, e quella tenerezza mattutina che è ormai andata perduta dopo quel brutale atto di violenza.
Una costruzione da manuale di un film controverso e difficile, che dopo più di vent'anni non ha mai perso la sua forza vitale.
Monica Bellucci è stata brava, lo ammetto, non è una delle mie attrici preferite, ma qui ha saputo esprimere tutto il dolore, e la paura di una donna che subisce un atto così brutale.
La bravura di Gaspar Noè è innegabile, sia per le riprese, sia per Il montaggio.
Per quanto mi riguarda preferisco altri film di Gaspar Noè, anche se ammetto di aver apprezzato molto la regia di questo film.
Ci vuole fegato per guardare questo film, e Noè ti mette alla prova fino all'impossibile.
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