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La Femme Publique

 

Torna Andrzej Zulawski autore da me particolarmente apprezzato, ho terminato pochi minuti fa di rivedere questo film per poterlo recensire alla fabbrica.

Come sapete, il cinema di Zulawski è estremo, è anche particolare, o lo si ama, o lo si odia, non ci sono mezze misure, e anche La femme Publique segue la linea delle tematiche di diverse opere dirette dal grande autore polacco.
Durante la visione ho come avuto l'impressione di vedere una versione eccessiva di un altro suo capolavoro L'Importante è Amare, ma attenzione, non sto paragonando i due film, sto semplicemente dicendo che questo film, anch'esso parla di una attrice, stavolta una donna giovane, rispetto alla Nadine Chevalier del film appena citato, è una donna che sa quello che vuole e se lo prende.
Prima incontra un regista controverso che la sceglie come protagonista del suo film tratto da "I Demoni" di Dostoevskij e pretende di possederla come sua proprietà personale; allo stesso tempo, si innamora ricambiata di un uomo che ha molti problemi psichiatrici, che non ha accettato la morte della moglie.
Un triangolo destinato a implodere su se stesso.
Mentre Ethel - una giovanissima Valerie Kaprisky è una donna libera, che si paga da vivere posando nuda per un fotografo feticista, i suoi uomini sono ossessionati da lei e dal suo corpo.
Lucas il regista è ossessionato dalla perfezione, e pretende che anche Ethel sia perfetta, questo non succede con Milan con cui vive un rapporto più vero, anche se lui è un uomo profondamente in crisi.
Siamo di fronte a una storia di ossessioni, e possessioni, con al centro una donna, è interessante anche scoprire come Zulawski tratteggia la psicologia maschile, come incapace di amare, senza il possesso.
Sono due uomini bambini, che preferiscono uccidere, piuttosto che vivere, uomini, incapaci di guardare oltre il proprio naso.
Vogliono possedere Ethel, ma sono incapaci di esprimere del vero e sano amore.
Lucas è interpretato da Francis Huster e Milan è interpretato da Lambert Wilson.
Ethel si renderà conto che è incapace di scegliere tra i due, da una parte la sua carriera e il regista di cui è invaghita, dall'altra parte, un uomo psicologicamente instabile ma che la ama sinceramente, anche se la scena in cui la scambia per sua moglie è parecchio schizzata.
Zulawski ci regala l'ennesimo grande film, un opera che parla di ossessioni, di uomini incapaci di amare, e di donne che non sanno che strada intraprendere.
Che altro dire? Recuperatelo.
Buona Visione.

Ratings ⭐️⭐️⭐️⭐️1/2





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