Amo il cinema francese...chi mi segue dai miei inizi, cioè dal lontano 2008, sa che ho postato parecchi film che venivano dall'amata terra di Francia, a cominciare dai capolavori della Nouvelle Vague, che devo continuare a recuperare e a visionare, e ultimamente visto che guardo un infinità di film - quest'anno ne ho visti una valanga, e continuerò a vederne tanti - cercherò di "terminare" il periodo d'oro del cinema d'oltralpe, voi mi direte ma che centra con François Ozon? Nulla, ovviamente, ma il nostro è un autore francese che mi intriga e non poco.
A cominciare da Swiming Pool fino ad appunto questo film che sto per recensire.
Si tratta del racconto della maturità sessuale di una ragazza, che dopo aver fatto l'amore per la prima volta decide di fare la professione più vecchia del mondo, ovvero prostituirsi.
Guadagna molti soldi ma non spende un centesimo, Isabelle conduce un esistenza normale, con la madre, il fratello e il patrigno, ma allo stesso tempo ha una doppia vita - e una doppia identità: per i clienti è Lea - va tutto bene finchè un evento cambierà il corso degli eventi.
Tutto qui? Si la trama è abbastanza semplice, non proprio complessa, il film si lascia vedere bene ed è molto coinvolgente, raccontato con la suddivisione in stagioni, attraverso 4 canzoni di Françoise Hardy.
François Ozon racconta la storia evitando facili moralismi, e guarda la sua protagonista attraverso lo sguardo di quattro persone, un cliente, il fratello, il patrigno e infine la madre, lo spettatore è invitato a guardare cercando di capire un adolescente e la sua scelta al quanto discutibile, ma allo stesso tempo cerca di capire le motivazioni della sua ricerca interiore.
Tutti noi ci siamo trovati almeno una volta nella vita a fare ricerche, abbiamo cercato noi stessi, cosa volevamo, ma soprattutto una figura fondamentale nella vita di ogni essere umano: che potrebbe essere un padre, una madre o chiunque.
C'è anche la sua bellezza, una bellezza incomprensibile di cui la ragazza non è capace di plasmare o gestire, o forse semplicemente la sua bellezza la usa soltanto per avere vicino qualcuno capace di darle sostegno, anche solo per un ora, anche per denaro, avere una presenza che ti prende in considerazione è una cosa che cerchiamo tutti, anche se non tutti sono disposti ad essere presenti.
La figura della madre ne è un esempio lampante, troppo presa dal lavoro ed è completamente cieca nei confronti della figlia, che quando la cosa esplode, e diventa di pubblico dominio, non è che cerca di capirla e di sostenerla, si incazza per quello che possono dire gli altri.
Allora, chi sostiene la giovane Isabelle?
Esattamente lo farà una estranea, la moglie del suo cliente che si accorge della solitudine della ragazza ed è l'unica che l'aiuta a liberarsi di Lea, una volta per tutte.
Un film costruito benissimo, diretto da un regista in continua crescita interiore, che riesce a sorprendere per ogni pellicola.
Da vedere ma senza alcun pregiudizio.
Voto: 7 e 1/2
A cominciare da Swiming Pool fino ad appunto questo film che sto per recensire.
Si tratta del racconto della maturità sessuale di una ragazza, che dopo aver fatto l'amore per la prima volta decide di fare la professione più vecchia del mondo, ovvero prostituirsi.
Guadagna molti soldi ma non spende un centesimo, Isabelle conduce un esistenza normale, con la madre, il fratello e il patrigno, ma allo stesso tempo ha una doppia vita - e una doppia identità: per i clienti è Lea - va tutto bene finchè un evento cambierà il corso degli eventi.
Tutto qui? Si la trama è abbastanza semplice, non proprio complessa, il film si lascia vedere bene ed è molto coinvolgente, raccontato con la suddivisione in stagioni, attraverso 4 canzoni di Françoise Hardy.
François Ozon racconta la storia evitando facili moralismi, e guarda la sua protagonista attraverso lo sguardo di quattro persone, un cliente, il fratello, il patrigno e infine la madre, lo spettatore è invitato a guardare cercando di capire un adolescente e la sua scelta al quanto discutibile, ma allo stesso tempo cerca di capire le motivazioni della sua ricerca interiore.
Tutti noi ci siamo trovati almeno una volta nella vita a fare ricerche, abbiamo cercato noi stessi, cosa volevamo, ma soprattutto una figura fondamentale nella vita di ogni essere umano: che potrebbe essere un padre, una madre o chiunque.
C'è anche la sua bellezza, una bellezza incomprensibile di cui la ragazza non è capace di plasmare o gestire, o forse semplicemente la sua bellezza la usa soltanto per avere vicino qualcuno capace di darle sostegno, anche solo per un ora, anche per denaro, avere una presenza che ti prende in considerazione è una cosa che cerchiamo tutti, anche se non tutti sono disposti ad essere presenti.
La figura della madre ne è un esempio lampante, troppo presa dal lavoro ed è completamente cieca nei confronti della figlia, che quando la cosa esplode, e diventa di pubblico dominio, non è che cerca di capirla e di sostenerla, si incazza per quello che possono dire gli altri.
Allora, chi sostiene la giovane Isabelle?
Esattamente lo farà una estranea, la moglie del suo cliente che si accorge della solitudine della ragazza ed è l'unica che l'aiuta a liberarsi di Lea, una volta per tutte.
Un film costruito benissimo, diretto da un regista in continua crescita interiore, che riesce a sorprendere per ogni pellicola.
Da vedere ma senza alcun pregiudizio.
Voto: 7 e 1/2
una pellicola proprio giovane e bella :)
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