Ed ecco la recensione di oggi, un bellissimo film d'autore che spero di farlo conoscere a chi mi legge e mi segue con affetto, la fabbrica dei sogni resta un blog serio per questo sto lavorando sodo per dimostrare a tutti che la mia cinefilia è vera, autentica, non racconto mica balle.
Allora bando alle ciance, ecco come Ida è entrato nella mia vita con il cuore.
Innanzitutto ringrazio per la conoscenza l'amico J. Doinel, che mi ha consigliato la visione, poi, devo dire che l'ispirazione maggiore di Pawel Pawlikowski per questo film è di quel grande artista chiamato Robert Bresson, regista minimalista, nel blog potete trovare due dei suoi film, Mouchette e Au Hazard Baltazhar, ma andiamo a Ida.
I dialoghi sono ridotti all'osso, per un film a metà strada tra la presenza di Dio, Anna è una suora cattolica che è estranea alle sue origini ebraiche, lo scoprirà con la visita alla sua zia, poi c'è il contrasto con il mondo della zia, una donna facile estroversa, a differenza di Anna, più timida e meno disinvolta e la vita, con tutte le sue contraddizioni.
Ci sono momenti cupi e silenziosi, ma capaci di trasmettere sentimenti più di mille parole, la regia è presentissima e costante, e la recitazione soprattutto delle due attrici Agata Kulezka, e soprattutto Agata Trzebuchowska nel ruolo di Anna/Ida bravissima, capace di entrare nel personaggio come una seconda pelle.
Ida è la storia del viaggio di una persona attraverso i misteri della sua vita, in questo frangente scopre la vera vita, che la metterà in piena crisi sulla sua scelta religiosa.
E qui il regista è stato bravissimo nel sottolineare i contrasti tra la vita religiosa, e il mondo esterno, le contraddizioni, e le differenze tra l'austera vita che ha scelto Anna/Ida, che ben presto si troverà a confronto con una scelta che la mette in contrasto con la religione, soprattutto dopo il suicidio della zia, e la scoperta dell'amore fisico.
IDA non è solo il viaggio di una persona alla ricerca delle sue radici, ma è un viaggio intimo e più intenso di una donna alla scoperta della vita vera, e soprattutto alla scoperta di se e alla scelta di vita che ha precedentemente fatto, una dura prova oppure una parentesi per fare la scelta definitiva?
Il regista lascia allo spettatore una libera interpretazione degli eventi, e questo succede solo col grande cinema d'autore.
Una mia riflessione finale, mi sembra limitativo dare un voto a questo film, eppure essendo una recensione una valutazione la si deve dare, dedico comunque questa recensione a tutti i cinefili, che con umiltà e amore verso il cinema scambiano con tranquillità la loro conoscenza senza snobismi inutili, perchè solo in questo modo si arricchisce la cultura verso il cinema, che merita di essere visto e soprattutto rispettato, di qualsiasi tipologia, o genere di cui fa parte, perchè per come la vedo io, ogni pellicola merita di essere vista e soprattutto rivalutata.
Voto: 9
Allora bando alle ciance, ecco come Ida è entrato nella mia vita con il cuore.
Innanzitutto ringrazio per la conoscenza l'amico J. Doinel, che mi ha consigliato la visione, poi, devo dire che l'ispirazione maggiore di Pawel Pawlikowski per questo film è di quel grande artista chiamato Robert Bresson, regista minimalista, nel blog potete trovare due dei suoi film, Mouchette e Au Hazard Baltazhar, ma andiamo a Ida.
I dialoghi sono ridotti all'osso, per un film a metà strada tra la presenza di Dio, Anna è una suora cattolica che è estranea alle sue origini ebraiche, lo scoprirà con la visita alla sua zia, poi c'è il contrasto con il mondo della zia, una donna facile estroversa, a differenza di Anna, più timida e meno disinvolta e la vita, con tutte le sue contraddizioni.
Ci sono momenti cupi e silenziosi, ma capaci di trasmettere sentimenti più di mille parole, la regia è presentissima e costante, e la recitazione soprattutto delle due attrici Agata Kulezka, e soprattutto Agata Trzebuchowska nel ruolo di Anna/Ida bravissima, capace di entrare nel personaggio come una seconda pelle.
Ida è la storia del viaggio di una persona attraverso i misteri della sua vita, in questo frangente scopre la vera vita, che la metterà in piena crisi sulla sua scelta religiosa.
E qui il regista è stato bravissimo nel sottolineare i contrasti tra la vita religiosa, e il mondo esterno, le contraddizioni, e le differenze tra l'austera vita che ha scelto Anna/Ida, che ben presto si troverà a confronto con una scelta che la mette in contrasto con la religione, soprattutto dopo il suicidio della zia, e la scoperta dell'amore fisico.
IDA non è solo il viaggio di una persona alla ricerca delle sue radici, ma è un viaggio intimo e più intenso di una donna alla scoperta della vita vera, e soprattutto alla scoperta di se e alla scelta di vita che ha precedentemente fatto, una dura prova oppure una parentesi per fare la scelta definitiva?
Il regista lascia allo spettatore una libera interpretazione degli eventi, e questo succede solo col grande cinema d'autore.
Una mia riflessione finale, mi sembra limitativo dare un voto a questo film, eppure essendo una recensione una valutazione la si deve dare, dedico comunque questa recensione a tutti i cinefili, che con umiltà e amore verso il cinema scambiano con tranquillità la loro conoscenza senza snobismi inutili, perchè solo in questo modo si arricchisce la cultura verso il cinema, che merita di essere visto e soprattutto rispettato, di qualsiasi tipologia, o genere di cui fa parte, perchè per come la vedo io, ogni pellicola merita di essere vista e soprattutto rivalutata.
Voto: 9
L'ho rivisto proprio pochi giorni fa, dopo aver letto l'ottima analisi di Doinel. Devo dire che la sensazione non è poi cambiata molto dalla visione al TFF. E' sicuramente un buon film, con una fotografia giustamente austera, e dove l'aspetto migliore, secondo me, risiede nell'accurata indagine relazionale tra le due donne, dove ognuna cela il desiderio d'immedesimarsi nella vita dell'altra... A conti fatti, però, attraverso le opinioni generali trovo sia un tantino sopravvalutato.
RispondiEliminabah a me è piaciuto :) poi ovviamente, le reazioni al film per ognuno non sono mai le stesse, c'è chi un opera l'apprezza chi meno...ovviamente per te è sopravvalutato, io l'ho trovato molto profondo nella sua analisi, anzi, direi spudoratamente sincero nel sottolineare il momento catartico della scelta di Ida/Anna, e non è da tutti i registi riuscire nell'intento ;)
RispondiEliminaE' piaciuto parecchio anche a me.
RispondiEliminaBellissima fotografia, storia essenziale, e la Kulesza è davvero brava ad interpretare il personaggio di Wanda.
ooops, correggo, un lapsus hahaha
Eliminauna bellissima sorpresa, il cinema polacco è molto interessante, qui arriva Wajda, poi il deserto
RispondiEliminaAh si? Buono a sapersi, di Wajda ho visto Katyn tempo fa ^_^
Eliminace l'ho lì pronto...mi devo decidere a vederlo...
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