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Gosford Park

                                                       Riguarda & Recensisci
E ritorna anche la rubrica che ripesca i film visti in precedenza e non ancora recensiti alla fabbrica, oggi abbiamo uno dei migliori film di Robert Altman, regista da me molto apprezzato con cui ho avuto da sempre un rapporto difficile, in quanto nonostante siano passati parecchi anni da quando ho visto per la prima volta un suo film e anche diversi, non è mai scoccata per bene la scintilla come è successo con altri registi, dovrò fare certamente una rassegna a lui dedicata anche per capirlo meglio, e sarebbe anche ora.
Comunquesia, oggi si parla di Gosford Park, pellicola decisamente interessante tutta ambientata in inghilterra, con un cast all british in cui spiccano Maggie Smith, sempre impeccabile, nel suo ruolo di gran dama inglese, una bravissima Kristin Scott Thomas, donna gelida che odia il marito e su cui Altman si concentra maggiormente facendo uscire il pessimo carattere del suo personaggio, cioè una donna che odia il marito e che sta con lui soltanto per i soldi.

Gosford Park, è un film che mette in luce in maniera molto provocatoria, vizi, segreti e fallimenti di una classe aristocratica britannica, tutta dedicata alle cerimonie di etichetta, ai pranzi illustri, e discorsi inutili.


Allo stesso tempo presenta anche la classe cosidetta dei domestici, che a differenza sono persone semplici,  a servizio dei padroni, e a differenza sembra vivino su una campana di vetro rispetto a loro.
C'è una differenza sostanziale tra le due classi sociali che Altman sottolinea in maniera esplicita, quasi facendo capire allo spettatore quanto futile sia l'alta società a volte.
In questo frangente il film è costruito durante un fine settimana in  una tenuta inglese, a Gosford Park appunto da Sir William McCordle e da sua moglie Sylvia, una coppia il cuo rapporto sembra sia inesistente, organizzano questo weekend per una battuta di caccia, con alcune persone del bel mondo seguiti dai loro domestici e dai loro valletti.
Tutto è ambientato nella Londra del 1932, in una sfarzosa dimora, e come ho detto prima mostra l'alta società con i suoi sfarzosi abiti, e la loro ingabbiatura nei rituali della società che sembra vivano in un mondo a parte rispetto ai comuni mortali.
Altman, è bravissimo nel sottolineare questa cosa, sia dal punto di vista dei domestici che dal punto di vista dei cosidetti ricchi, cercando di fare vivere allo spettatore e giudicare i loro comportamenti ipocriti l'uni con gli altri, i pettegolezzi dei domestici nei confronti dei padroni, e le ipocrisie, ma sono questi ultimi che ne escono con le ossa rotte.
In tutto questo c'è da dire che la sceneggiatura firmata da Julian Fellowes, ritrae fedelmente il declino di una classe sociale talmente ancorata alle loro tradizioni ed usanze, da non riuscire a costruire un rapporto con altre persone di diverso ceto.
Vivono come ho detto prima in un mondo a parte, e come tale, deve essere incontaminato da altre persone, che sono e vengono trattate da domestiche, tranne quando succede che il padrone si scopa la cameriera e la mette incinta, fatto vecchio come il mondo, che traspare anche nella imperturbabile governante interpretata da una gigantesca Helen Mirren, il suo è un personaggio importantissimo per lo svolgimento del mistero legato all'omicidio legato a Sir William.
A proposito, si compierà anche un omicidio, e si devono svolgere le indagini per scoprire il responsabile di tutto questo.
La bellissima sceneggiatura di cui ho parlato prima, è costruita come se una bomba prima o poi deve scoppiare, e sarà proprio questa bomba a mettere in crisi le due classi, quella dei domestici, e quella dei cosidetti aristocratici inglesi, i primi faranno uscire un segreto celato troppo a lungo, i secondi mostreranno tutta l'arroganza e la meschinità che sono marchiate nel loro dna.
In conclusione, un grandissimo film, che avrebbe veramente meritatato una maggiore attenzione agli oscar, ma va bene, come dico sempre io, è sempre il tempo a dire se un opera è valida o meno.
Voto: 8




  


Commenti

  1. Uno degli Altman che preferisco, perfetto nella sua indagine delle dinamiche tra servitù e padroni, con dei grandissimi attori!

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    1. Vero, Altman ha poi la capacità di fotografare la superficialità del mondo fasullo dei padroni, con la semplicità dei cosidetti servi, un opera maiuscola che sfiora senza dubbio il capolavoro ^_^

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