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Control

Biopic, che può definirsi un vero e proprio docudrama sulla vita del cantante Ian Curtis, malato di depressione e epilettico, morto suicida nel 1980 a soli 24 anni, lasciando una moglie e una figlia.
Ian Curtis, il leader dei Joy Division, gruppo rock formatasi a Londra verso la fine degli anni settanta, fino alla morte è stato una figura carismatica per quanto riguarda la musica, e viene interpretato da Sam Riley, la cui interpretazione risulta molto intensa e sentita, sua moglie Debora è invece interpretata da Samantha Morton.
Il film tratto dalla biografia scritta dalla moglie di Ian Debora Woodruff, ed è incentrato sin dall'adolescenza di Ian fino alla morte prematura, causata tra altri dalla sua epilessia e depressione.
E' una lenta, ma inesorabile discesa agli inferi quella che mette in scena Corbijn, che gira il film in bianco e nero, forse per sottolineare lo stato d'animo del protagonista e ha un ritmo lento, un po' pesante, forse per suscitare nello spettatore una particolare simbiosi con Ian.
Nonostante ciò è il riuscito ritratto di un uomo, un artista che  ogni volta che il gruppo ottiene strepitosi successi, - è inevitabile visto il talento del gruppo - per Ian è una lenta ma inesorabile discesa verso l'inevitabile, come ha detto lui da giovane che sarebbe morto prima di quanto gli altri immaginassero. Il suo modo di esibirsi, nervoso, scattante, come se avesse sul palco crisi epilettiche lo hanno caratterizzato, il suo modo di cantare, il suo talento, la sua fragilità, e Sam Riley è talmente bravo a interpretarlo, così naturale, mai rarefatto, mai finto, e non è affatto un ruolo facile, anzi, il contrario, è un ruolo molto complesso, che richiedeva una preparazione intensa.
In sostanza un film complesso e affascinante, che mette in luce la vita complessa e intrigante di una leggenda della musica.
DA NON PERDERE.



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