è così che chiama suo figlio, un bambino timido e silenzioso, che sta accanto a lei, ma è molto ma molto strano, ha un rapporto molto dolce e amoroso con la madre e un rapporto distaccato con il padre, da qui mi fa pensare al complesso di edipo, il cui film è pieno zeppo di riferimenti, Dennis "Spider" Cleg, dopo che viene dimesso dall'ospedale psichiatrico, viene mandato in un istituto di reinserimento, che si trova nel quartiere da cui ha trascorso la sua infanzia, mentre cammina per le strade e visita i luoghi della sua vita, una serie di flashback, mette in luce, come la tela di un ragno la complessa psicologia e personalità di Dennis, che crede che il padre abbia ucciso la madre e l'abbia sostituita con una prostituta, con cui inizia a manifestare le prime turbe psicologiche, inizia a rifiutarla, come fosse accecato dal dolore per aver assistito a un omicidio? Ma come si sono svolti realmente i fatti? C'è stato davvero un omicidio? E se si chi è la vittima? Chi è il carnefice? In un crescendi di tensione che cattura lo spettatore dall'inizio alla fine si consuma quello che è il film più complesso di David Cronenberg, che si cimenta per la prima volta in un dramma psicologico intricatto e d'alta classe da rasentare il capolavoro.
Nonostante la fama di maestro del body horror direi che il tema della mente umana, il tema del doppio, vengono espressi come esattamente le vede Dennis (un sorprendente Ralph Fiennes, in quella che definirei la sua migliore interpretazione), attraverso il suo punto di vista noi assistiamo al suo viaggio, per scoprire la verità, per vedere e toccare con mano, la causa della sua schizofrenia, il rapporto anomalo con i suoi genitori, con le persone che gli vivono accanto.
E' un territorio rischioso, finora inesplorato da Cronenberg che comunque possiamo definirlo un grandissimo film, tratto dal romanzo di Patrick McGrath, che scrive anche la sceneggiatura.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE.
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