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Cous Cous

Benjii un operaio sessantenne che ha appena perso il lavoro, ha l'idea brillante di aprire un ristorante di cucina tunisina, con la specialità della casa che è il cous cous con il pesce preparato dalla sua prima moglie, ormai divorziati, nonostante tutto vanno daccordo, ma gli imprevisti del caso rischiano di far saltare tutto e rovinare la serata.

Torna alla fabbrica Abdellatif Kechiche, che dopo il bellissimo La Vita di Adele, ho voluto visionare i suoi film precedenti, primo tra questi è Cous Cous; una storia che ricorda molto il neorealismo italiano, di cui ha tratto una grandissima ispirazione per dirigere questo film.
L'impressione che mi sono fatta è di un opera corale, strutturata in maniera tale in cui lo spettatore percepisce l'aria familiare dei personaggi e si sente davvero come uno di loro.
Per la prima volta un autore trapiantato in francia parla della sua gente in maniera spiccia e realista sottolineando pregi e difetti di ogniuno di loro.
La storia è incentrata su un uomo che ha la brillante idea di aprire un ristorante con l'aiuto della figlia della sua compagna con cui va molto daccordo.
Aprire il ristorante già sembra un impresa, soprattutto per le difficoltà che la burocrazia presenta, e anche perchè questo ristorante deve essere su una barca, il che rende ancora più difficili le cose, ma l'ostinazione e la determinazione della ragazza faranno in modo che ci riuscirà nel suo intento.
Tutto procede bene fino alla serata in cui tutto sembra andare storto, il figlio sparisce portandosi dietro il cous cous, l'ingrediente principale che rimane in macchina, la gente aspetta spazientita, Benjii che si vede portar via il motorino, come risolvere la situazione catastrofica?
Bellissimo, sensuale, ti sembra di assaporare il gusto mediorientale diretto da un regista ispirato - infatti per me ormai il film è un piccolo cult - che ha saputo trarre ispirazione dai maestri del cinema passato.
Infatti in questo film presente e passato si fondono in un tuttuno, creando un film sulla famiglia, sulla tradizione e sulla cultura tunisina.
La cucina diventa il fulcro dove tutto si consuma, dalle tragedie, ai problemi, ai litigi, perchè tutto comincia e finisce dentro quella calda stanza piena di profumi.
Poi c'è il colore dell'oriente, la sua cucina, la sua cultura, la sua arte, la musica soprattutto, presentissima nel film soprattutto nella scena della danza del ventre, escogitata dalla ragazza per distrarre i commensali dai problemi che si sono causati durante la serata, e dicendolo non spoilero nulla tranquilli.
Un film da vedere soprattutto per conoscere altre tradizioni e culture, e anche per assaporare il gusto mediorientale del cous cous, specialità tipica della prima moglie di Benjii sentendoti uno della sua famiglia, se questo è troppo poco per voi non vi resta che chiudere gli occhi, io sono rimasta pienamente soddisfatta dalla visione tanto da voler assaggiare quel cous cous col pesce pure io...hehehe.
Voto: 8




Commenti

  1. non so se ne mangi ma il cous cous è buonissimo, così come è molto bello questo film...Kechiche per me è un grande regista...i suoi primi lavori meritano parecchio, soprattutto La schivata.

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    1. che ho già visto, pochi giorni fa, li ho visti quasi tutti i suoi film, mi manca soltanto di vedere tutta colpa di voltaire. L'hai visto la vita di adele? Stupendo ^_^
      In quanto al cous cous lo adoro, l'ultima volta che l'ho mangiato è stato col pollo al curry fatto con le mie mani ^_^

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  2. Sembra un film molto interessante... sicuramente da recuperare!!!

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