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La Chiave di Sara

Ecco un altro film che parla della deportazione degli ebrei francesi nei campi di sterminio, questo film a differenza di Vento di primavera che è un racconto in contemporanea dei fatti tragici avvenuti, questo film è un film sulla ricerca di un fatto tragico avvenuto allora, protagonista  è un americana che vive da tanti anni a parigi, e va a vivere nell'appartamento di Sara, una ragazzina scomparsa, che ha chiuso suo fratello nell'armadio per non farlo trovare dai tedeschi per salvargli la vita, ma che ha dimenticato di lasciargli la chiave, per questo motivo il bambino è morto.
Gilles Paquet-Brenner, narra il film come fosse un viaggio  interiore della protagonista, che vuole capire che fine ha fatto Sara e quale verità si cela nel mistero della famiglia del suo compagno, Julia, che interpretata da una bravissima Kristin Scott-Thomas, vuole cercare Sara, perchè in realtà lei cerca se stessa, e si prende a cuore questa ricerca, conoscerà solo le persone che si sono occupate di lei e che le raccontano la sua vita, in un dramma che percorre le infinite strade della vita, e dell'odio, che nonostante tutto, non può esistere sempre tra esseri umani, questo deve essere presente perchè un atto tragico contro esseri umani, dovrebbe non essere mai dimenticato, alla fine Sara vivrà sempre con questo senso di colpa dentro, nonostante voleva fare una buona azione, vedrà tutta la sua famiglia sterminata dai nazisti, lei riesce a scappare, Julia ne è convinta che la ragazza sia riuscita a sopravvivere allo sterminio grazie ad altre prove, e incartamenti sparsi negli archivi, il che la farà viaggiare parecchio fino ad arrivare a Firenze, dove scoprirà che Sara ha avuto un figlio, all'inizio lui la caccia via, ma alla fine vuole sapere la verità, e Julia gli darà il diario di sua madre, nel frattempo Julia è diventata Madre e alla bambina le ha dato il nome Sara, in onore della donna scomparsa.
Film tratto dal romanzo di Tatiana de Rosnay, mette in luce un fatto poco noto accaduto durante la seconda guerra mondiale, durante il Rastrellamento del Velodromo d'inverno.
Un film che è capace di far riflettere e commuovere.
DA NON PERDERE.





Commenti

  1. ottimo film, che evita di essere di essere il solito film sull'olocausto.
    l'unica cosa che non mi ha convinto granché è il finale, dove si poteva fare parecchio di meglio...

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  2. Da non perdere...ed io me lo sono perso. Dovevo andare al cinema con i miei amici, ma è capitato nella programmazione di Pasqua e non mi è riuscito. Spero di recuperarlo presto :D

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  3. si è un film davvero bello, capace di far riflettere sull'olocausto e soprattutto sulla vita in generale :)

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