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Elephant

Film vincitore della palma d'oro a cannes, finalmente per Gus Van Sant è il riconoscimento che ci voleva dopo una carriera con titoli strabilianti, il film è ispirato al massacro del liceo di Columbine, è un film sperimentale che catapulta lo spettatore dentro la scuola, dove si sono svolti i fatti, ci fa entrare nelle vite degli adolescenti, per un giorno di ordinaria follia, che va avanti come sempre, con tutta la superficialità e il vuoto delle loro vite, allo stesso tempo ci fa entrare nelle vite di coloro che poi effettivamente saranno i responsabili della strage, ragazzini che giocano a videogames, dove chi ammazza di più persone vince un premio, dove si esalta il mito di Adolf Hitler, tutto scorre lentamente, in modo statico, così come la regia di Van Sant che si limita a narrare gli eventi per come si presentano, è un giorno qualsiasi, ma sarà anche un giorno diverso, dentro quelle vite vuote c'è un problema che tutti sanno, ma che nessuno vule parlare, ci sono ragazze bulimiche che si preoccupano solo di uscire tra loro, ragazzi che fanno foto, ragazzi che cazzeggiano, in un vuoto assoluto senza coscienza, e senza identità, ed è proprio in questo vuoto che accade l'irrimediabile, la tragedia scoppia inaspettatamente per tutti, il ragazzo biondo, che è uscito dalla scuola quello che gioca con il cane  invita gli amici e i compagni a non entrare a scuola, dove si sta consumando una delle stragi più efferate.
E' un esplosione di violenza che esplode in un vuoto, dove regnano fatti frivoli, gente annoiata, quasi come se questo evento accade senza un particolare motivo, infatti è incomprensibile, ed è anche immotivata, e non c'è dato di capire, ma solo di osservare, e si rimane atterriti e impressionati, quasi come lo spettatore stesso fosse dentro la scuola, il film di Gus Van Sant è duro, è spietato, perchè vuole raccontare un esplosione di violenza immotivata, ma ci prepara al dunque mostrando tutti i protagonisti della storia, quasi come lo spettatore dovrebbe vivere accanto a  loro, e immergersi nelle loro vite, in quel giorno di ordinaria follia, non ci sono adulti che li osservano, che gli stanno vicini, c'è solo il vuoto assoluto, e dentro questo vuoto avvolte si è incapaci di pensare e di fermarsi, si agisce d'istinto, come se quasi questo stesso vuoto fosse una prigione da cui uscire e urlare e questa è una cosa drammatica e impressionante.
Van Sant forse ha girato il suo film più duro e disperato, ma quella disperazione ha in se un messaggio preciso, che non deve essere capito, ma solo osservato, possiamo indignarci, possiamo condannare, possiamo anche criticare, ma quel vuoto nel bene o nel male, rappresenta la vita di ognuno di noi, anche se avvolte c'è chi riesce a sognare o ad andare avanti, ma chi rimane avviluppato nel vuoto ne rimane vittima e poi diventa carnefice.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE!!!




Commenti

  1. lo ricordo come un gran bel film, un anno fa ho visto "Politecnique", di D. Villeneuve, una storia simile, con tempi rallentati,
    DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE!!!

    ciao

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  2. aaaaaaah lo cercherò allora grazie ^^

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