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Riso Amaro

Ecco un capolavoro del neorealismo, una boccata d'aria con dei film grandiosi ogni tanto ci vuole, ed è proprio il caso di Riso Amaro, diretto da Giuseppe De Santis e interpretato da tre grandi attori, Silvana Mangano, Vittorio Gassman e Raf Vallone.
La scena si svolge  a Vercelli, nella stagione delle mondine, all'inizio Walter e Francesca, sono una coppia che ha appena rubato una collana, e per sfuggire all'attenzione della polizia, entrano nel treno delle mondine, in cui entra Francesca sottobanco, per tenere a sicuro la collana la nasconde, ma Silvana la trova e la mette al sicuro lei, perchè capisce che c'è qualcosa che non va e vuole vederci chiaro, per questo motivo accusa di crumiraggio Francesca, Il sergente Marco Galli la salva dal linciaggio delle altre mondine e mette pace tra i due fronti, ma Silvana poi si scusa, dicendole che è stanca della vita di Mondina, nel frattempo Francesca si innamora di Marco, e le cose sembrano essersi sistemate, quando Walter ritorna dopo il raccolto del riso, le cose precipitano, Francesca si accorge che in realtà la collana è falsa e che è stata presa in giro da Walter, che è tornato per rubare il riso, nel frattempo circuisce Silvana, che è stata eletta Miss Mondina, ma lui la vuole usare per rubare il riso, sarà Francesca a rivelarle la verità, e sarà per lei fatale, perchè si accorge che tutte le sue speranze sono andate in frantumi, e prenderà una strada che la condurrà a un tragico destino.
Giuseppe De Santis racconta la povertà dell'italia nel dopoguerra, aiutato da uno script incentrato su una popolazione ancora con la speranza di una vita migliore, speranze che cadono in frantumi, anche grazie all'egoismo e alla furfantaggine del personaggio di Walter, magnificamente interpretato da un giovanissimo quanto mefistofelico Vittorio Gassman, ma è il personaggio del sergente, il più onesto di tutti che è il centro del film, una persona normale, con ancora dei sogni, delle speranze, che si trova al centro di un intrigo, che cambierà la sua vita, l'interprete di Marco è il grande Raf Vallone, grande attore che lavorava a quei tempi, la cosa interessante è che De Santis divide il film attraverso queste visioni distinte, due mondi si incontrano quello disonesto di Walter, e quello normale di Marco, che si riflettono negli occhi di Francesca e Silvana le due donne illuse e circuite da Walter che poi le abbandona al loro destino, Marco invece è innamorato segretamente di Silvana, che non riuscirà ad avere, alla fine sarà la donna che si innamora di lui la sua compagna, Francesca, che capendo l'inganno di Walter, diventa una persona onesta e finalmente cresce.
Un film immenso, un capolavoro assoluto, un opera immortale che ha fatto la storia, grandissima anche Silvana Mangano, la mondina che si trova al centro di tutto, e che spera in una vita migliore e rimane vittima di quel furfante di Walter.
CAPOLAVORO.




Commenti

  1. Tutto condivisibile, film grandissimo a dispetto di un'età non più verde. Su una cosa non sono d'accordo: per me questo non è un film neorealista. Molta critica ufficiale lo definisce così ma questo è un film talmente levigato dal punto di vista formale che non lo posso accostare ad opere come Ladri di biciclette Roma città aperta o Roma ore 11 che E' secondo me il vero film neorealista di De Santis. Riso amaro è un melodramma fiammeggiante alla maniera de Il postino suona sempre due volte( alla cui storia si riallaccia il film che convenzionalmente viene indicato come il punto di partenza del neorealismo italiano ovvero Ossessione di Visconti, capolavoro assoluto), ha toni da noir americano e un finale grandguignolesco che non ha nulla a che spartire con il neorealismo. Eppure dalla maggior parte dei critici è considerato neorealista. Scusa se mi sono dilungato, spero di non averti annoiato!

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  2. non mi annoi, anzi semmai è il contrario, ecco, vedi una legge a destra e a sinistra e crede che sia neorealista...aaah questi critici ^^ condivido il fatto che ha toni da noir americano, il che è vero, grandissimo Vittorio Gassman :)

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