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This Must Be The Place

Ed ecco a voi, la trasferta americana di Paolo Sorrentino, autore acclamato di capolavori come il Divo, le conseguenze dell'amore e l'amico di famiglia, interpretati da Tony Servillo, colui che dicono sia il miglior attore italiano in circolazione, per questa trasferta sceglie il miglior attore americano in circolazione Sean Penn, nel ruolo stralunato e malinconico di Cheyenne, una rockstar ormai in pensione che alla morte del padre decide di fare un viaggio per raggiungere il criminale di guerra che durante la seconda guerra mondiale ha rischiato di farlo fuori, sarà un viaggio soprattutto alla ricerca di se stesso, delle origini della sua depressione, ma soprattutto un viaggio per far si che la vendetta del padre si compia su quella persona che lo aveva torturato.
Scoprirà un'altra realtà, ma soprattutto farà in modo che sia la morte del padre a riappacificarlo con il mondo e con se stesso, riuscirà Cheyenne a sfornare un altro disco? Il film non te lo dirà mai, ci sono strizzatine d'occhio a vari capolavori come il Lynchano Una Storia Vera, nonostante ciò, Sorrentino non si lascia andare come i film che ha diretto prima, non si lascia sedurre dalla macchina da presa, non azzarda, non rischia, lascia che siano gli attori ad essere diretti dalla sua mano, ma così è troppo poco e se nelle altre pellicole è riuscito ad esprimersi alla grande, anche con una semplice inquadratura, non succede lo stesso con This Must Be The Place, titolo preso in prestito da una canzone dei Talking Heads, il cui leader appare in un cameo, se la figlia di bono vox Eve Hewson è irresistibile nel ruolo dell'amica di Cheyenne, Sean Penn regala un interpretazione stralunata, folle, intensa, infantile, a dire con parole povere si mangia tutti quanti compreso Paolo Sorrentino, è  lui ad azzardare, a rischiare, sorreggendo da solo un intero film con la sempre bravissima Frances McDormand, attrice che apprezzo moltissimo che lo salva anche dal baratro.
Non il miglior Sorrentino ma sicuramente un opera da collezionare e da amare.
DA NON PERDERE (solo per l'interpretazione di Sean Penn)




Commenti

  1. Come ho scritto anche sul mio blog in un post che ho dedicato al Sorrentino che amo, credo che questo film non sia all'altezza delle promesse, forse ha mirato troppo alto, è solo un'accozzaglia di citazioni, e non parlo solo di Lynch ma anche dei Coen ( mettendo nel cast pure la moglie di uno dei 2 la bravissima Mc Dormand) insomma una specie di copiaincolla mal riuscito. Sean Penn, di solito straordinario, non è riuscito a conquistarmi con quel personaggio fin stroppo stralunato.
    Secondo me invece ..si può anche perdere.

    Ciao.

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  2. si anche io penso che ha puntato troppo in alto, penso anche che senza Penn il film non sarebbe stato lo stesso, però vedere Penn e la McDormand insieme è una goduria :)

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  3. Io l'ho trovato molto ben girato e curato nella parte tecnica, ma ben lontano dai filmoni cui ci aveva abituati Sorrentino.
    Di sicuro un suo lavoro minore.

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  4. concordo, è un film minore rispetto a il divo l'amico di famiglia e le conseguenze dell'amore, ma resta un opera semiriuscita, mi aspettavo tanto da questo film, Sorrentino che dirige Sean Penn, mi sono detta WOW, imperdibile, ma poi mi sono accorta che il film scorreva e non dava molte emozioni, però bisogna dirlo Penn è sempre un grande :)

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  5. un gran bel film ma decisamente non un capolavoro, cmq dai è un buon inizio per una sua carriera internazionale!

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  6. eh beh non posso che essere d'accordo :)

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