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Tomboy

Il cinema francese, ha sempre guardato con occhio sincero all'infanzia, sin dai tempi di Truffaut che con il suo I Quattrocento Colpi segnava la rivoluzione cinematografica e l'inizio della nouvelle vague, Céline Sciamma, invece non fa rivoluzioni, ma racconta semplicemente la storia di una bambina che potremmo definire un maschiaccio in tutto e per tutto, sta con i maschi, gioca a calcio con loro e ruba il cuore di una amichetta vicina di casa, la bambina in questione, Laure, si sente un maschio, sente che la femminilità non le appartiene, si sente estranea in quel corpo di bambina, perciò si veste come un bambino, si pettina come un bambino e gioca anche come un bambino e si cambia persino nome Michel, è una bambina alla ricerca della sua identità sessuale, nel pieno dell'adolescenza in cui ci sono tante incertezze e poce certezze, e la Sciamma sembra sottolineare questo aspetto con una delicatezza e una dolcezza senza pari, non c'è nulla di scabroso, non c'è nulla di ambiguo, solo una bambina alla ricerca della sua identità.
Il film girato quasi come fosse un film dogma ma piuttosto alla lontana, privo di colonna sonora di sottofondo, è un viaggio realistico verso la coscienza di se, senza ambiguità, inutili ipocrisie, dimostrando una sensibilità che riesce a conquistare, non sono molti i film che lasciano uno spazio profondo nel cuore degli animi delle persone, Tomboy è uno di questi.
Non è un capolavoro, ma fa riflettere, che spesso le cose non appaiono soltanto di due colori, ma esistono varie varianti, e in queste varianti che si incammina la piccola Laure, anche quando si scopre che è una bambina e non un bambino come hanno sempre saputo, alla fine lo spettatore riesce ad immedesimarsi in lei riuscendo a percepire il suo dolore, avvolte l'unico modo per ritrovare se stessi è riuscire ad essere tolleranti, perchè la vita è un viaggio dentro se stessi, per scoprirsi giorno dopo giorno, e nessuno meglio di noi stessi possiamo ritrovare la strada che ci identifica.
DA NON PERDERE ASSOLUTAMENTE


Commenti

  1. Come dicevamo dalle mie parti, un'opera leggera e ben narrata, che seppur non raggiungendo chissà quali vette riesce ad arrivare al cuore dello spettatore.

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