Chi non è nato in Sicilia non può capire, è già difficile anche in Italia, essere omosessuali, figurarsi nell'isola bagnata dal mar mediterraneo.
Io sono siciliana, e con questo non voglio giustificare i miei conterranei, voglio fare qualcosa che noi siciliani non facciamo mai: condannare ogni forma di discriminazione nei confronti di due ragazzi, la cui unica colpa è stata quella di amarsi in una terra dove essere masculo, ti dà qualche forma di superiorità quasi divina.
Figurarsi se si scopre che il proprio figlio sia gay, non sia mai, bisogna farli diventare masculi come? A son di legnate, quando si è in famiglia, è a suon di sbeffeggiamenti se sei per strada.
Me lo ricordo benissimo l'educazione allo sbeffeggiamento impartita da mio padre, e le risatine, tanto che adesso mi vergogno se ci ripenso.
La vita mi ha dato parecchi amici gay, amici con cui ho condiviso una umanità incredibile, arte, musica, e risate.
Amici che mi hanno aperto gli occhi alla vita.
Persone con cui ho parlato e mi hanno fatto ragionare.
Ieri sono andata al cinema dopo tantissimo tempo, e l'ho fatto per una buona ragione, vedere Stranizza d'amuri.
Essendo mercoledì non c'era la sala piena, io ero in sala con mia zia e mia cugina e sono rimasta colpita dalla storia di questi due ragazzi che il destino ha unito nella vita e nella morte.
Sapere inoltre che la storia è tratta dal delitto di Giarre, che ha fatto nascere l'associazione per i diritti degli omosessuali arcigay, e che è stato commesso da un ragazzino di 13 anni che è rimasto impunito è stata una ragione di indignazione ancora maggiore.
Verso la fine stavo per piangere, e alla fine ho applaudito per la memoria di questi due ragazzi, facendo persino una standing ovation, perché questi due ragazzi se la meritavano.
Un brillante esordio alla regia per Giuseppe Fiorello, che da siciliano ha voluto portare alla luce questa storia.
Andate a vedere questo film.
Ratings ⭐⭐⭐1/2
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