Passa ai contenuti principali

Ludwig

 

Non poteva che concludersi con Ludwig la trilogia tedesca diretta magistralmente da Luchino Visconti.

Il film è basato sulla vita di Ludovico II di Baviera, è l'apoteosi del decadentismo Viscontiano, qui si narra le gesta di un re esteta, che ha fatto dell'amicizia con artisti quasi una bandiera, ma non ha fatto attenzione ai politicanti.
Il tutto viene narrato dalle persone vicino a lui, dagli amici, dagli stessi artisti, e chi poteva incarnare questo re se non l'attore feticcio, nonchè amante Helmut Berger?
Bravissimo tra l'altro, oggi questo attore è quasi dimenticato, ed è con rammarico che lo dico, perché aveva un talento enorme per la recitazione.
Il terzo capitolo della trilogia tedesca, non si basa sulle gesta politiche di questo sovrano, ma sulla sua vita privata.
Scoperto di essere omosessuale, e precedentemente fidanzatosi con Sophie sorella si Elisabeth detta Sissi, di cui in un primo tempo era infatuato, rompe il fidanzamento e spende ingenti somme di denaro facendo infuriare i politicanti e il popolo, per costruire dei castelli, e dedicarsi ad una vita dissoluta, non svolgendo i suoi doveri di re.
Saranno in molti che approfitteranno di questa cosa, tradendolo, cercando di sostituirlo con un altro re responsabile.
Un film lunghissimo, ho visto la versione di ben quattro ore, per alcune persone potrebbe essere una mattonata stratosferica, soprattutto se non si è abituati a un cinema che si concentra sui personaggi, e non sulle azioni.
Visconti sceglie la narrazione, per farci entrare maggiormente nella vita e nella psiche di re Ludwig II, e lo fa con un attore grandissimo come Helmut Berger.
Berger incarna alla perfezione la dissolutezza e il decadentismo di questo re, che con voracità divora tutto ciò che gli vive accanto.
Molto bravi anche gli attori che gravitano intorno a lui, tra cui spiccano Romy Schneider che interpreta Sissi.
Per affrontare Ludwig, film sontuoso ed elegantissimo, bisogna mettersi nei panni di questo re, e capire che la narrazione è oltremodo necessaria per entrare nel suo mondo.
Come già affrontato nel primo capitolo della trilogia tedesca, questa volta Visconti non è tagliente, e cerca nello spettatore sia la critica per il re, che non è capace di controllare i suoi istinti, usando la narrazione, sia per farci mettere nei suoi panni, sia per mostrarci quanta crudeltà vige negli esseri umani.
Certamente Visconti non lo mostra come un re cretino, ma come un uomo, un essere umano, che non vuole mostrare una maschera per compiacere gli altri, e dimentica ovviamente il suo popolo, tutto preso dalla sua dissolutezza.
Ludwig è un film complesso e difficile, una bella prova di resistenza per qualsiasi cinefilo, io l'ho riaffrontato perché volevo rivederlo, oltre per la rassegna, e devo dire con mia grande felicità, che ho amato moltissimo questo film.
E' senza dubbio un capolavoro, e solo un regista come Visconti poteva dirigere questa opera stratosferica.
Che altro dire, se siete coraggiosi potete affrontarlo anche voi.

Ratings ⭐⭐⭐⭐⭐






Commenti