Riguarda & Recensisci
OOh stasera abbiamo un altro film di Claude Chabrol, uno dei suoi migliori sottolineo.
Protagoniste sono la grande Isabelle Huppert, attrice feticcio di Chabrol, e Sandrine Bonnaire.
Come comprimari ci sono Jean Pierre Cassell, e Jaqueline Bisset.
Chabrol costruisce un film dall'impatto drammatico costruito come un thriller d'autore, in cui c'è un crescendo di tensione che porta alla soluzione del finale, che vedrà le nostre due protagoniste commetere qualcosa di terribile.
Non vi anticipo nulla come sempre pe non rovinarvi la visione, dico solo che la famiglia benestante protagonista viene presa di mira da una impiegata delle poste, e che usa la domestica avvicinandola e facendo amicizia con lei, il resto è tutto da guardare.
Chabrol, inoltre cerca grazie ad una ottima sceneggiatura di fare distinzione tra due mondi che sono incrociati, ovvero quello dorato della borghesia, e quello misero del proletariato.
Descrive una umanità che vorrebbe ciò che la borghesia possiede e che naturalmente non può ottenere se non nella loro immaginazione, e sottolinea la rabbia e l'invidia delle due protagoniste - la Huppert e la Bonnaire giustamente premiate a Venezia con la coppa volpi - verso quella famiglia e il crescendo che si crea di frustazione che viene trasmesso da Jeanne a Sophie che porterà al terribile e rabbioso finale.
Stranamente non ho trovato critiche verso i due mondi che vengono descritti, ma soltanto un crescendo di rabbia, apparentemente senza motivo, gettata lì soltanto per invidia, le due protagoniste ovviamente non sono due stinche di sante.
Jeanne, ovvero la Huppert, è una donna che in passato è stata sospettata dell'omicidio della figlia, è più spigliata rispetto a Sophie, e cerca di manipolarla grazia ad una acuta intelligenza.
Sophie, la Bonnaire è più introversa, anche lei ha un passato disturbante alle spalle e un segreto che fa di tutto non venga scoperto, apparentemente è senza emozioni, e tutte queste cose esploderanno nel finale catartico e spregiudicato, quando ormai Jeanne l'ha manipolata a dovere.
Un opera cinematografica molto simile al cinema di Haneke, che non risparmia nessuno, e viene personalizzata in maniera disturbante incrociando due diversi mondi, che nella realtà sono distinti e separati e nel film sono la causa che porterà a compiere un atroce gesto da parte delle due donne, che non risparmieranno nessuno.
Ma c'è qualcosa che Chabrol ha fatto meglio di tutti, riuscire a fare esplodere la rabbia con il contagocce, di questo il grande regista francese, che spero di recensire altre opere in futuro, è un maestro, e lo spettatore durante la visione non può non rimanere scioccato dal finale, che per alcuni potrebbe sembrare catartico, a me, la prima volta che l'ho visto mi ha fatta saltare letteralmente in aria lasciandomi con gli occhi spalancati.
In conclusione, un ottimo film da vedere questo senza ombra di dubbio.
Voto: 7 e 1/2
OOh stasera abbiamo un altro film di Claude Chabrol, uno dei suoi migliori sottolineo.
Protagoniste sono la grande Isabelle Huppert, attrice feticcio di Chabrol, e Sandrine Bonnaire.
Come comprimari ci sono Jean Pierre Cassell, e Jaqueline Bisset.
Chabrol costruisce un film dall'impatto drammatico costruito come un thriller d'autore, in cui c'è un crescendo di tensione che porta alla soluzione del finale, che vedrà le nostre due protagoniste commetere qualcosa di terribile.
Non vi anticipo nulla come sempre pe non rovinarvi la visione, dico solo che la famiglia benestante protagonista viene presa di mira da una impiegata delle poste, e che usa la domestica avvicinandola e facendo amicizia con lei, il resto è tutto da guardare.
Chabrol, inoltre cerca grazie ad una ottima sceneggiatura di fare distinzione tra due mondi che sono incrociati, ovvero quello dorato della borghesia, e quello misero del proletariato.
Descrive una umanità che vorrebbe ciò che la borghesia possiede e che naturalmente non può ottenere se non nella loro immaginazione, e sottolinea la rabbia e l'invidia delle due protagoniste - la Huppert e la Bonnaire giustamente premiate a Venezia con la coppa volpi - verso quella famiglia e il crescendo che si crea di frustazione che viene trasmesso da Jeanne a Sophie che porterà al terribile e rabbioso finale.
Stranamente non ho trovato critiche verso i due mondi che vengono descritti, ma soltanto un crescendo di rabbia, apparentemente senza motivo, gettata lì soltanto per invidia, le due protagoniste ovviamente non sono due stinche di sante.
Jeanne, ovvero la Huppert, è una donna che in passato è stata sospettata dell'omicidio della figlia, è più spigliata rispetto a Sophie, e cerca di manipolarla grazia ad una acuta intelligenza.
Sophie, la Bonnaire è più introversa, anche lei ha un passato disturbante alle spalle e un segreto che fa di tutto non venga scoperto, apparentemente è senza emozioni, e tutte queste cose esploderanno nel finale catartico e spregiudicato, quando ormai Jeanne l'ha manipolata a dovere.
Un opera cinematografica molto simile al cinema di Haneke, che non risparmia nessuno, e viene personalizzata in maniera disturbante incrociando due diversi mondi, che nella realtà sono distinti e separati e nel film sono la causa che porterà a compiere un atroce gesto da parte delle due donne, che non risparmieranno nessuno.
Ma c'è qualcosa che Chabrol ha fatto meglio di tutti, riuscire a fare esplodere la rabbia con il contagocce, di questo il grande regista francese, che spero di recensire altre opere in futuro, è un maestro, e lo spettatore durante la visione non può non rimanere scioccato dal finale, che per alcuni potrebbe sembrare catartico, a me, la prima volta che l'ho visto mi ha fatta saltare letteralmente in aria lasciandomi con gli occhi spalancati.
In conclusione, un ottimo film da vedere questo senza ombra di dubbio.
Voto: 7 e 1/2
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