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The Elephant Man

                                                                     Riguarda & Recensisci
E siamo giunti alla recensione di quello che reputo senza ombra di dubbio, uno dei film della mia vita.
Come faccio con tutti i film che recensisco alla fabbrica per la rubrica Riguarda & Recensisci l'ho rivisto. Non tanto per avere un ripasso, perchè la recensione bene o male la posso fare a memoria, ma per il piacere e il gusto di rivedere uno dei capisaldi della mia vita.
E proprio grazie alla rubrica della fabbrica dei sogni, che ripesca film visti in precedenza e non ancora recensiti, che è nato questo special di tre giorni dedicato a David Lynch, cominciato ieri e che prosegue anche oggi.
Secondo film diretto da David Lynch e già si parla di capolavoro assoluto, almeno secondo il mio modesto parere, un film che ha colpito e commosso il mondo intero tanto da ottenere ben 8 candidature ai premi oscar e - come spesso accade alle migliori pellicole - di non vincerne nemmeno uno.

Questa è la storia struggente e sconvolgente di un uomo deforme, chiamato l'uomo elefante, ma non è tratta dalla famosa opera teatrale, ma dalla reale storia di John Merrick, un uomo sfortunato affetto da neurofibromatosi, e vari tumori che gli coprono il corpo intero, tratta dai libri del dottor Frederick Treves, che ha scritto di lui dato che l'ha preso sotto la sua ala in ospedale per curarlo e dargli una impossibile dignità di essere umano.

 Lynch, che già dimostra di essere un maestro nel sottolineare la mostruosità e la crudeltà umana sottolineate dalle figure di Bytes, uno straordinario quanto realistico Freddie Jones e il portiere notturno, interpretato da Michael Elphick.
Per i ruoli principali abbiamo un  giovane Anthony Hopkins, ancora lontano dall'interpretare il film che lo ha reso famoso al mondo intero Il Silenzio degli Innocenti che interpreta il dottor Treves, e nel ruolo di John Merrick c'è un grandissimo John Hurt.
Aldilà di qualsiasi opinione, si tratta davvero e non sto scherzando di un capolavoro assoluto, uno di quei film che volente o nolente tu devi rivedere, perchè nonostante siano passati quasi quarant'anni, l'attualità di questo film è ancora salda, e rimane - e non lo sto scrivendo perchè lo adoro - un opera cinematografica da vedere e rivedere, perchè ti apre gli occhi sulla realtà della vita, ti fa riflettere sulla crudeltà umana, e l'intolleranza verso le diversità e le sfortune altrui.
Lynch, da autentico genio cinematografico qual'è, mostra due facce della stessa medaglia, perchè il bene e il male convivono con l'uomo da che esiste.
Naturalmente non si mette - giustamente - dalla parte di nessuno, la sua è una narrazione che sconvolge proprio per il motivo che vengono mostrati il bene e il male insiti nell'animo umano, il bene sottolineato dall'umanità di Treves, di dare un posto all'ospedale per John, e il male che mostra tutta la mostruosità dentro di loro, sottolineato dalla figura di Bytes e del portiere notturno.
Lo spettatore davanti a questa meraviglia di film, non può che restare sconvolto e ammirato, e le tematiche di Lynch ci sono tutte quante, almeno quelle che sottolineano la crudeltà umana.
Fortunatamente ci si commuove davanti a una storia del genere, ma non sono lacrime che sfiorano il patetico, sono al contrario lacrime sconvolgenti, che ti fanno comprendere quanto importante sia la dignità umana e quanto la piccolezza di alcuni esseri che possono approfittarsene per schiacciarla, denigrarla a proprio uso e consumo.
Si rimane provati dopo la visione di questo film, perchè è capace di scuotere le coscienze, di cercare la comprensione nello spettatore e insegnargli la pietà umana e cosa più importante la tolleranza verso le diversità altrui.
Con un film del genere, sono sicura che guardereste il mondo con occhi diversi, io l'ho già fatto per tanti anni da quando nel lontano 1995 lo vidi per la prima volta, poi l'ho rivisto talmente tante volte da conoscere a memoria ogni scena, ogni battuta, ogni piccolo fotogramma, e l'ho sempre portato dentro di me, tanto che per parecchi anni era il miglior film drammatico che avevo visto, prima che arrivasse Fanny e Alexander di Ingmar Bergman, film che mi ha messo letteralmente a nudo, ma questa è un altra storia.
Insomma The Elephant Man è un film capace di rivoltarvi come un calzino, non metaforicamente, ma letteralmente, e solo i grandi registi sono capaci di sconvolgere l'animo umano, e tra questi c'è il grandissimo David Lynch.
Importante, in un piccolo ruolo c'è la grande Anne Bancroft che interpreta un' attrice di teatro Mrs Kendall.
Film prodotto da Mel Brooks, che ha proposto la regia a Lynch, dopo aver visto Eraserhead ha espresso il desiderio di lavorare con lui.
In conclusione, se non l'avete visto correte subitissimo a vederlo, sono sicura che entrerà nella lista dei migliori film che avete mai visto.
Ci sono talmente scene memorabili, tra le migliori una delle prime, quando John incontra il direttore dell'ospedale, e alla fine recita il salmo 23, che non gli è stato insegnato da Treves, quella del teatro, la sparizione di John, e la ricerca di Treves, che ostinatamente non si arrende per trovarlo, e tante altre ancora.
Non sto qui ad elencarle tutte, perchè un post non basterebbe...insomma guardatevelo, sono sicura che segnerà la vostra vita e il vostro percorso di cinefili, così come ha fatto con me.
E per un film del genere non posso che dare il massimo voto.
Voto: 10

 




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