Speciale Exploitation
A partire da questa settimana ci sarà a cadenza settimanale, una recensione al cinema di genere, ovvero a tutti quei film cosidetti d'exploitation che hanno fatto scuola soprattutto a registi come Quentin Tarantino, Robert Rodriguez e via dicendo...come film d'apertura a questa iniziativa della fabbrica dei sogni, ho scelto il film visionato ieri, con Edwige Fenech scoperto come sempre dall'amico Robydick grazie alla recensione di Belushi, che ho letto dopo che ho deciso di vederlo, appena prima della visione.
Devo dire che come film mi ha sorpreso, sembrava il classico e banale gialletto all'italiana e invece ne sono rimasta conquistata, soprattutto grazie ad una sceneggiatura che riesce a catalizzare l'attenzione dello spettatore non nelle banalità, ma mirando in brevi ma efficaci effetti di tensione che non lasciano mai lo spettatore dall'inizio alla fine.
Verso la metà della visione, mi sono accorta che forse era una cavolata, e che il colpevole smascherato, sia stato scoperto molto presto, e sono rimasta perplessa, fino alla catarsi finale, quando ormai le carte sono state scoperte e mi hanno lasciata sbalordita.
Da cinefila cerco di vedere il maggior numero di film possibili, e sono curiosa nel constatare che ogni tipologia di film deve essere scoperta, riesumata dalla tomba, perchè è di fondamentale importanza, e rispolverata, per farla conoscere.
Il film di Sergio Martino riesce a spiazzare lo spettatore dando delle incertezze che lasciano senza dubbio col fiato sospeso, mettendo ovviamente da parte la recitazione della Fenech, che è pure doppiata, ma in un film del genere contano di più altre cose, come la sceneggiatura, e la regia, che sono particolarmente curate ed efficaci.
Da segnalare il tema musicale di quando appare la macchina scura dell'assassino che perseguita Julie che è citato nella bilogia di Kill Bill di Tarantino, nella scena di quando Bill e Budd parlano insieme.
Se questo è ovviamente citato anche da Robydick, io segnalo che senza dubbio è uno di quei film che diventano cult soprattutto grazie a un sapiente uso e dosaggio dei famigerati colpi di scena, che in questo film non mancano, e dal finale sorprendente, che fa cadere come un castello tutte le idee che lo spettatore piano piano si fa durante la visione.
Sergio Martino ci sa fare col giallo, e lo dimostra, anche nella citazione hitchcockiana dell'omicidio nella doccia, particolare - e questo lo devo dire - poco originale, ma è una citazione che senza dubbio merita di essere segnalata, anche perchè dimostra l'amore per il mago del brivido che per il cinema di genere non deve essere omesso.
Comunquesia è sorprendente come il linguaggio cinematografico viene espresso nei film, e se autori come quelli citati a inizio recensione hanno visionato e rivalutato questi film, hanno certamente il loro valore che non deve essere sottovalutato.
Io sono contenta e sorpresa di aver visionato questo film.
Parliamo della trama, ovviamente.
Julie Wardh è una giovane donna sposata, con delle tendenze masochistiche, che in passato ha avuto una relazione perversa con Jean, una volta chiuso il suo passato cerca di avere una vita tranquilla con il marito, Neill che la trascura, ma Jean continua a perseguitarla, e nel frattempo, un maniaco compie dei delitti uccidendo le persone vicine a Julie.
George, comincia a corteggiarla ma qualcosa non torna, lei è riluttante ma poi si lascia andare ad una relazione che rischia di minare il suo equilibrio, e forse a mettere in pericolo la sua vita.
Aggiungo anche le piacevoli scene erotiche con protagonista Edwige Fenech, che senza dubbio piaceranno al pubblico maschile.
Basta non dico altro per non rovinarvi la sorpresa.
Buona visione.
Voto: 7
A partire da questa settimana ci sarà a cadenza settimanale, una recensione al cinema di genere, ovvero a tutti quei film cosidetti d'exploitation che hanno fatto scuola soprattutto a registi come Quentin Tarantino, Robert Rodriguez e via dicendo...come film d'apertura a questa iniziativa della fabbrica dei sogni, ho scelto il film visionato ieri, con Edwige Fenech scoperto come sempre dall'amico Robydick grazie alla recensione di Belushi, che ho letto dopo che ho deciso di vederlo, appena prima della visione.
Devo dire che come film mi ha sorpreso, sembrava il classico e banale gialletto all'italiana e invece ne sono rimasta conquistata, soprattutto grazie ad una sceneggiatura che riesce a catalizzare l'attenzione dello spettatore non nelle banalità, ma mirando in brevi ma efficaci effetti di tensione che non lasciano mai lo spettatore dall'inizio alla fine.
Verso la metà della visione, mi sono accorta che forse era una cavolata, e che il colpevole smascherato, sia stato scoperto molto presto, e sono rimasta perplessa, fino alla catarsi finale, quando ormai le carte sono state scoperte e mi hanno lasciata sbalordita.
Da cinefila cerco di vedere il maggior numero di film possibili, e sono curiosa nel constatare che ogni tipologia di film deve essere scoperta, riesumata dalla tomba, perchè è di fondamentale importanza, e rispolverata, per farla conoscere.
Il film di Sergio Martino riesce a spiazzare lo spettatore dando delle incertezze che lasciano senza dubbio col fiato sospeso, mettendo ovviamente da parte la recitazione della Fenech, che è pure doppiata, ma in un film del genere contano di più altre cose, come la sceneggiatura, e la regia, che sono particolarmente curate ed efficaci.
Da segnalare il tema musicale di quando appare la macchina scura dell'assassino che perseguita Julie che è citato nella bilogia di Kill Bill di Tarantino, nella scena di quando Bill e Budd parlano insieme.
Se questo è ovviamente citato anche da Robydick, io segnalo che senza dubbio è uno di quei film che diventano cult soprattutto grazie a un sapiente uso e dosaggio dei famigerati colpi di scena, che in questo film non mancano, e dal finale sorprendente, che fa cadere come un castello tutte le idee che lo spettatore piano piano si fa durante la visione.
Sergio Martino ci sa fare col giallo, e lo dimostra, anche nella citazione hitchcockiana dell'omicidio nella doccia, particolare - e questo lo devo dire - poco originale, ma è una citazione che senza dubbio merita di essere segnalata, anche perchè dimostra l'amore per il mago del brivido che per il cinema di genere non deve essere omesso.
Comunquesia è sorprendente come il linguaggio cinematografico viene espresso nei film, e se autori come quelli citati a inizio recensione hanno visionato e rivalutato questi film, hanno certamente il loro valore che non deve essere sottovalutato.
Io sono contenta e sorpresa di aver visionato questo film.
Parliamo della trama, ovviamente.
Julie Wardh è una giovane donna sposata, con delle tendenze masochistiche, che in passato ha avuto una relazione perversa con Jean, una volta chiuso il suo passato cerca di avere una vita tranquilla con il marito, Neill che la trascura, ma Jean continua a perseguitarla, e nel frattempo, un maniaco compie dei delitti uccidendo le persone vicine a Julie.
George, comincia a corteggiarla ma qualcosa non torna, lei è riluttante ma poi si lascia andare ad una relazione che rischia di minare il suo equilibrio, e forse a mettere in pericolo la sua vita.
Aggiungo anche le piacevoli scene erotiche con protagonista Edwige Fenech, che senza dubbio piaceranno al pubblico maschile.
Basta non dico altro per non rovinarvi la sorpresa.
Buona visione.
Voto: 7
si è un film d'exploitation, ci deve essere l'elemento scollacciato, fa parte del genere, comunque sia è vero, è un film niente male ^_^
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