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A Snake of June

 

A volte bisogna oltrepassare i limiti per mostrare la verità nascosta di una vita apparentemente perfetta, è proprio questo che succede ai due coniugi protagonisti di questo sorprendente film.



Debutta oggi alla fabbrica, il regista giapponese Shynia Tsukamoto, di cui anni fa avevo visto il suo primo film Tetsuo - the Iron Man che arriverà molto presto alla fabbrica, con gli altri film della trilogia, intanto, per scaldare il ferro finché è caldo, mi guardo altri suoi film, tanto per cominciare ho voluto vedere questo A Snake of June.
Ambientato in una Tokio invasa da una pioggia torrenziale, e filmato in bianco e nero virato di blu, è la storia di una donna Rinku, lavora come consulente psichiatrica di un telefono in cui esorta le persone a non suicidarsi, è sposata con un uomo insensibile, che pensa più a pulire compulsivamente la casa che avere un rapporto con sua moglie. La sua vita si incrocia con un uomo Iguchi, che fotografandola, si accorge del suo malessere e della sua frustrazione, appena la contatta, le mostra le foto della sua vita piccolo borghese e della sua solitudine.
La donna si spaventa, ma poi capisce che le intenzioni dell'uomo non sono malevole, in quanto vuole che sia libera di esprimere i suoi desideri e soprattutto se stessa.
Le cose si complicano quando il marito, troppo preso dalle pulizie domestiche, viene contattato proprio da Iguchi, che gli mostra cosa la moglie è costretta a fare per sentirsi viva.
L'uomo non la prende bene, poi capisce che il suo rapporto con lei è praticamente inesistente, e ancora prima Rinku scopre di avere un cancro al seno, e decide di non operarsi per compiacere il marito.
Iguchi non ci sta, e lo aggredisce dicendo che per salvare la donna non può chiederle di non operarsi, riusciranno i due coniugi a comprendersi e salvare il loro matrimonio?
Ne ho visti film sulle crisi coniugali, ma questo signori miei è un film spudorato e spietatamente sincero, un vero calcio in culo alla sempre uguale vita borghese.
Shynia Tsukamoto è un fottuto genio, e io la pagina a lui dedicata la faccio subitissimo, perché se è vero che cerco sempre di vedere altri film prima di dedicare una pagina a un certo autore, con questo regista non ho alcun dubbio, e sono più che sicura che se vedo altri suoi film mi piaceranno un sacco.
Shynia Tsukamoto, fa un film sulla monotonia coniugale, mettendo la storia di una donna, concentrandosi sulle frustrazioni e l'incomunicabilità del matrimonio.
Infatti i giorni sono sempre uguali, sembrano che vivano come separati in casa, e questo Iguchi glielo fa notare, come le fa notare il fatto che lei, che lavora in un telefono di sostegno, abbia una vita così insignificante.
Così cerca di liberarla dalle convenzioni, dall'ipocrisia e dalla monotonia, come cerca allo stesso modo di svegliare il marito sulla presenza della donna che ha sposato, e che deve tenere più in considerazione.
Come ho detto all'inizio della recensione, bisogna oltrepassare i limiti per raggiungere la felicità.
Ce la faranno?
Io penso che questo piccolissimo ma grandissimo film sia un capolavoro.
Buona Visione.








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