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I Pugni in Tasca

 

Un esordio sconvolgente sotto molti punti di vista, è curioso anche il fatto che al centro della storia c'è una famiglia, chiusa in una casa, una madre cieca e quattro fratelli che vivono tutti insieme, non è difficile intuire che i rapporti tra questi familiari sono malati.




Giulia, che è interpretata da Paola Pitagora, ha un rapporto incestuoso con suo fratello Augusto, Leone, è un ragazzo ritardato, a fare da contraltare è la loro dimora, vera e propria entità, che diventa un personaggio specifico della storia, ovvero il luogo che li rende tutti prigionieri.
L'unico che si ribella a questa situazione è Alessandro, che vorrebbe esprimersi nel pieno delle sue possibilità, ma la cosa è impossibile.
A volte non si può uscire dalla realtà che ci circonda, allora bisogna fare qualcosa perché questa realtà cambi.
Sin da subito Alessandro, ha un rapporto burrascoso con Giulia, ma è anche il personaggio che meglio rappresenta la voglia di ribellione alla realtà, all'ipocrisia, alla borghesia sempre uguale a se stessa, che Lou Castell riesce a esprimere benissimo con la sua recitazione a metà strada tra follia e lucida e spietata programmazione per eliminare ciò che ci imprigiona.
Ed è proprio questo che fa Alessandro, elimina il problema alla radice.
Marco Bellocchio non ci va certo leggero e con questa pellicola, che è stata considerata il manifesto del '68, fa una lucida analisi sull'istituzione familiare, e la disintegra, mettendo al centro la storia di una famiglia disfunzionale, ma anche l'ipocrisia, le azioni di facciata che spesso e volentieri accadono in famiglia.
Questo film fa letteralmente a pezzi l'istituzione familiare, e non mi stupisce, dato che siamo proprio nel periodo della contestazione.
Bellocchio contesta quel piccolo mondo racchiuso dentro una dimora, che si tramuta in prigione per chi vuole uscire, eh si, a volte è capitato anche a me di sentirmi in prigione e non poter uscire da certe situazioni, fortunatamente le cose sono andate diversamente, ed è stato il destino a scegliere per chi mi voleva prigioniera di certe situazioni.
Bellocchio lo fa talmente bene, da suscitare sorpresa per chi vedesse il suo grandissimo esordio alla regia, che è ovviamente un capolavoro, film inserito nella lista dei 100 films italiani da salvare ed è anche comprensibile capire il perché.
Il film parla dell'Italia che sta cambiando, parla di tumulti, e lo fa nell'ambiente rinchiuso di una casa, con al centro una famiglia, non c'è assolutamente ambientazione migliore per parlare di contestazione.
Film imperdibile se siete veri cinefili non potete perderlo.
Buona Visione.





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