Club Silencio
Special Settimanale curato da Arwen Lynch, ultimo doppio appuntamento con Club Silencio, dalla prossima settimana si torna al normale standard fino agli inizi di dicembre che finisce questo ciclo, cioè la prima parte della seconda stagione, per poi ricominciare subito dopo le feste, oggi si parla di Nouvelle Vague, ed è il primo appuntamento per parlare di questo movimento, col tempo ci saranno altre parti ancora più approfondite, ma cominciamo con lo special di oggi...
Nato sul finire degli anni cinquanta, la Nouvelle Vague si proponeva come movimento di rottura verso un certo cinema francese, con innovazioni stilistiche influenzate da ore e ore di visioni alla Cinematheque Français di film maledetti, perduti, addirittura invisibili, capolavori che stavano prendendo la polvere ed era un peccato lasciarli marcire in un angolo.
Dei giovani coraggiosi, si sono uniti grazie al patrocinio di Andrè Bazin famoso critico francese, e fondarono i Cahier du Cinemà, che io conosco sin da quando ho cominciato a leggere ciak e a interessarmi al cinema nei lontani anni novanta, e scoperti grazie a un amico cinefilo che mi ha avviata alla scoperta di questo movimento rivoluzionario.
Ma da allora quanto è cambiato il cinema?
Sul finire degli anni cinquanta si cominciava a respirare aria di rivoluzione, di cambiamenti, che poi hanno portato al '68 e alla rivoluzione sessuale e alla contestazione, il cinema apprende questi cambiamenti e ne approfitta per cambiare la storia.
Grazie a registi coraggiosi che hanno influenzato persino hollywood cambiandola radicalmente, autori come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e tanti altri devono molto alla Nouvelle Vague che per altro ha influenzato di parecchio il loro cinema, e non solo.
Per gli autori della Nouvelle Vague, che sono Truffaut e Godard che praticamente hanno fondato il movimento insiema a Rohmer, Claude Chabrol e Jaques Rivette, tutti cresciuti come critici ai Cahier du Cinemà.
L'autore con la Nouvelle Vague, diventa uno scrittore di cinema, e il film è un autentico romanzo, pagine strappate dal diario intimo del regista che è sovrano assoluto dell'opera, facendo si che il cinema non sia più un semplice prodotto di intrattenimento, ma qualcosa di più intimo, di più personale, questa, è in sintesi la politica degli autori, che rifiutando il concetto di intrattenimento hanno fatto si, che il film sia un opera d'autore, molto vicina ad un opera d'arte in poche parole.
Ancora non ho fatto molto, il lavoro è lungo e articolato per farla tutta la nouvelle vague, ma ci sto lavorando. Anni fa ho completato la visione della filmografia di Truffaut, e ora sto lavorando a quella di Godard.
Con la Nouvelle Vague, il cinema assume connotazioni diverse rispetto ai canoni del cinema tradizionale, con innovazioni registiche, stilistiche che hanno portato a una rappresentazione del mezzo cinematografico come un autentica forma d'arte rinnovata, rispetto a prima, un autentica rivoluzione che ha profondamente cambiato il modo di fare cinema.
E' proprio l'autore a dare la sua impronta, ad esprimere la sua visione del cinema e della vita attraverso la macchina da presa, notiamo una certa freschezza con cui si girano certe scene, una certa ispirazione differente rispetto al cinema di intrattenimento, più personale, più intima e perciò più sentita.
Per questo i film della Nouvelle Vague sono così intimi, sentiti, e carichi di emozioni, sfido chiunque a restare fermi e immobili di fronte alla scena de I 400 colpi di Truffaut e non esprimere nessun tipo di emozione.
Qui è l'autore a esprimersi, trasformando il film in un autentico romanzo intimo, e lo spettacolo almeno per me continua...
Noi ci vediamo sabato prossimo con una puntata dedicata a Marco Ferreri e si ritorna allo standard settimanale, e solo di sabato.
Per oggi è tutto!!!
Special Settimanale curato da Arwen Lynch, ultimo doppio appuntamento con Club Silencio, dalla prossima settimana si torna al normale standard fino agli inizi di dicembre che finisce questo ciclo, cioè la prima parte della seconda stagione, per poi ricominciare subito dopo le feste, oggi si parla di Nouvelle Vague, ed è il primo appuntamento per parlare di questo movimento, col tempo ci saranno altre parti ancora più approfondite, ma cominciamo con lo special di oggi...
Nato sul finire degli anni cinquanta, la Nouvelle Vague si proponeva come movimento di rottura verso un certo cinema francese, con innovazioni stilistiche influenzate da ore e ore di visioni alla Cinematheque Français di film maledetti, perduti, addirittura invisibili, capolavori che stavano prendendo la polvere ed era un peccato lasciarli marcire in un angolo.
Dei giovani coraggiosi, si sono uniti grazie al patrocinio di Andrè Bazin famoso critico francese, e fondarono i Cahier du Cinemà, che io conosco sin da quando ho cominciato a leggere ciak e a interessarmi al cinema nei lontani anni novanta, e scoperti grazie a un amico cinefilo che mi ha avviata alla scoperta di questo movimento rivoluzionario.
Ma da allora quanto è cambiato il cinema?
Sul finire degli anni cinquanta si cominciava a respirare aria di rivoluzione, di cambiamenti, che poi hanno portato al '68 e alla rivoluzione sessuale e alla contestazione, il cinema apprende questi cambiamenti e ne approfitta per cambiare la storia.
Grazie a registi coraggiosi che hanno influenzato persino hollywood cambiandola radicalmente, autori come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Steven Spielberg e tanti altri devono molto alla Nouvelle Vague che per altro ha influenzato di parecchio il loro cinema, e non solo.
Per gli autori della Nouvelle Vague, che sono Truffaut e Godard che praticamente hanno fondato il movimento insiema a Rohmer, Claude Chabrol e Jaques Rivette, tutti cresciuti come critici ai Cahier du Cinemà.
L'autore con la Nouvelle Vague, diventa uno scrittore di cinema, e il film è un autentico romanzo, pagine strappate dal diario intimo del regista che è sovrano assoluto dell'opera, facendo si che il cinema non sia più un semplice prodotto di intrattenimento, ma qualcosa di più intimo, di più personale, questa, è in sintesi la politica degli autori, che rifiutando il concetto di intrattenimento hanno fatto si, che il film sia un opera d'autore, molto vicina ad un opera d'arte in poche parole.
Ancora non ho fatto molto, il lavoro è lungo e articolato per farla tutta la nouvelle vague, ma ci sto lavorando. Anni fa ho completato la visione della filmografia di Truffaut, e ora sto lavorando a quella di Godard.
Con la Nouvelle Vague, il cinema assume connotazioni diverse rispetto ai canoni del cinema tradizionale, con innovazioni registiche, stilistiche che hanno portato a una rappresentazione del mezzo cinematografico come un autentica forma d'arte rinnovata, rispetto a prima, un autentica rivoluzione che ha profondamente cambiato il modo di fare cinema.
E' proprio l'autore a dare la sua impronta, ad esprimere la sua visione del cinema e della vita attraverso la macchina da presa, notiamo una certa freschezza con cui si girano certe scene, una certa ispirazione differente rispetto al cinema di intrattenimento, più personale, più intima e perciò più sentita.
Per questo i film della Nouvelle Vague sono così intimi, sentiti, e carichi di emozioni, sfido chiunque a restare fermi e immobili di fronte alla scena de I 400 colpi di Truffaut e non esprimere nessun tipo di emozione.
Qui è l'autore a esprimersi, trasformando il film in un autentico romanzo intimo, e lo spettacolo almeno per me continua...
Noi ci vediamo sabato prossimo con una puntata dedicata a Marco Ferreri e si ritorna allo standard settimanale, e solo di sabato.
Per oggi è tutto!!!
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